Sulla scomparsa della ginecologa Sara Pedri, formatasi in Calabria e in servizio presso l’ospedale Santa Chiara di Trento, il deputato M5S Paolo Parentela ha interrogato i ministri della Salute e dell’Interno, chiedendo al primo di disporre un’ispezione ministeriale e al secondo «quali notizie abbia sullo stato delle indagini» in corso.
«Dalle ricostruzioni della stampa, la vicenda di Sara – afferma il deputato – ha squarciato un lungo velo di silenzio, nella speranza che si faccia presto luce su un reparto, quello di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, che da tempo sarebbe teatro di situazioni assurde».
«Nel contesto – ricorda il parlamentare pentastellato – si sarebbero verificati episodi che avrebbero portato Sara a compiere un gesto estremo, secondo quanto riferito dalla sorella Emanuela, che ha parlato di abusi di potere da parte dei superiori della dottoressa, di turni di lavoro massacranti, di umiliazioni che l’avrebbero indotta anche a dimettersi, nonostante quel lavoro, che l’aveva sfinita e portata a chiudersi in sé, fosse il sogno di una vita».
«La giovane – rammenta il parlamentare – sarebbe stata colpita sulle mani e addirittura schiaffeggiata con uno strumento utilizzato per i cesarei. Inoltre, sarebbe stata spintonata e aggredita verbalmente, finanche percossa durante un parto cesareo davanti ad una paziente. Questi comportamenti avrebbero anche, secondo le notizie disponibili, una matrice razzista, pare legata alla formazione della professionista nell’Università di Catanzaro». «Il governo – conclude Parentela – deve quindi fare chiarezza immediata, anche per rispetto dei familiari di Sara e, soprattutto, della giovane donna, emigrata per costruirsi un futuro».
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