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sabato, 20 Aprile, 2024
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Umiliata per i suoi studi a Catanzaro, parla il fidanzato cosentino della 32enne scomparsa

Duecentocinquanta uomini fra Soccorso Alpino, Vigili del fuoco e carabinieri stanno ancora cercando la ginecologa 32enne Sara Pedri nel bosco dove si sono perse le sue tracce, dopo aver scandagliato in marzo il torrente Noce fino a dove sfocia, il lago di Santa Giustina. Sulla vicenda indaga il pm di Trento Licia Scagliarini.

La dottoressa originaria di Forlì, è scomparsa da Trento senza lasciare alcun messaggio. Nei giorni scorsi ha fortemente scosso l’opinione pubblica la denuncia della sorella Emanuela che ha dichiarato che Sara aveva subito pesanti e continue umiliazioni professionali, all’interno del reparto dell’opsedale di Trento, per aver completato i suoi studi a Catanzaro. Sara Pedri il 9 novembre 2020 ha conseguito la Laurea Specialistica in Ginecologia e Ostetricia presso Università degli Studi “Magna Grecia” di Catanzaro con indirizzo/specializzazione in Disciplina Ginecologia e Ostetricia.

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La verità- accusa la sorella- “è che Sara è stata umiliata, derisa, discriminata perché si era specializzata all’università di Catanzaro. Penso che abbia compiuto un gesto estremo. Sara pensava di essere una delusione“. Fino al 2020, anno in cui conclude la laurea specialistica a Catanzaro, la vita di Sara sembrava piena di aspettative, con un amore nato proprio in Calabria e una professione, quella di ginecologa, che sognava fin da quando era bambina.

A confermare il grave stato di turbamento della 32enne arrivano anche le dichiarazioni raccolte dal Corriere della Sera del fidanzato della giovane, Guglielmo, un commerciante di Cosenza, l’ultima persona ad averla sentita.

“Come ogni giorno, prima di andare a letto, le ho telefonato. Mi disse che si era dimessa dall’ospedale e che si sentiva sollevata da un peso. Era da un po’ che aveva questo peso, un forte stress dovuto al lavoro. Stava vivendo un periodo molto difficile ed era strano per lei, sempre così piena di vita, sempre a tremila”.
Chiusa la chiamata, ancora un paio di messaggi di Sara a Guglielmo: “Ho fatto la doccia… ho mangiato… vado a dormire”. “Ti amo”. Guglielmo, che sta con lei da un paio d’anni vivendo le difficoltà di un rapporto a distanza di questi tempi, le aveva scritto “Ti amo”. Quel messaggio whatsapp Sara però non l’ha mai letto. “Risulta recapitato ma non spuntato”. Non era normale per lei dice il fidanzato al giornalista Andrea Pasqualetto.

Intanto sono stati sentiti vari colleghi del reparto di Ginecologia di Trento, finito nell’occhio del ciclone. “Lì dentro il sistema era punitivo, le persone venivano insultate davanti ai colleghi — ha dichiarato una dottoressa — Io non ce la facevo più e me ne sono andata”. I sindacati hanno contato 11 dimissioni nell’arco di due anni per “mobbing e demansionamento”. L’azienda sanitaria ha così aperto una parallela indagine interna, mentre il primario, Saverio Tateo, è stato momentaneamente messo a riposo.

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