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venerdì, 4 Ottobre, 2024
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Lamezia, Landini (Cgil): ”I soldi vanno spesi per dare ospedali e cure a chi non le ha’

“Credo che il Ponte sullo Stretto non sia oggi la priorità. Continuare a fare, come sta succedendo adesso, vuol dire raccontare delle bugie al Paese. Oggi il Paese ha bisogno di infrastrutture e investimenti. In Sicilia ci sono tratti interi ad un unico binario. La Calabria non è molto diversa”. A dirlo il segretario della Cgil Maurizio Landini parlando con i giornalisti a margine di un convegno organizzato dal sindacato a Lamezia Terme. “Quindi – ha aggiunto – si sta raccontando una bugia. Quelle risorse e quei soldi oggi vanno spesi per dare gli ospedali e le cure alle persone che non ce li hanno. I calabresi non vanno in Sicilia, vanno al Nord per farsi curare. E poi se tu fai un ponte cosa ci fai passare se non hai costruito le condizioni prima per far crescere questo Paese. Quindi, per quello che ci riguarda quella non è una priorità e quella del ponte non è la scelta oggi da fare. La priorità e di altra natura e noi pensiamo di continuare a batterci perché c’è un’idea molto diversa da quella che oggi sta venendo avanti”.
Anche sull’Autonomia differenziata Landini ha espresso la sua contrarietà: “Il Paese è già abbastanza diviso e separato. Tra l’altro le divisioni e le diseguaglianze ci sono già e non c’è bisogno di farne altre. Anzi, pensiamo che l’unità del Paese sia la condizione per far crescere tutto il Paese. O si assume lo sviluppo e la crescita del Mezzogiorno come elemento di crescita di tutto il Paese o non si va da nessuna parte”.

“L’autonomia differenziata – ha aggiunto – è una logica folle, così come l’idea che per cambiare il Paese bisogna cambiare la Costituzione. Noi siamo dell’idea che la nostra Costituzione va applicata e quindi devono essere fatte delle politiche molto precise”. “Per quello che ci riguarda – ha concluso Landini – noi siamo anche contro l’idea del premierato. Siamo pronti quando ci sarà il referendum a dire che non è quello che serve all’Italia. All’Italia serve la libertà nel lavoro, serve non essere precari, serve avere le strutture per curarsi, far studiare i nostri figli, serve investire nella cura dell’ambiente. E in questa direzione per quello che ci riguarda noi ci battiamo per questa prospettiva e chiediamo altre riforme più serie”.

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“Parlare di sviluppo in Calabria significa parlare di investimenti, asili, scuole, ospedali, infrastrutture, perché questo è quello che si sta pagando, questo arretramento delle infrastrutture che è quello che impedisce la crescita. In Calabria, poi, come in altre parti del Paese, in particolare nel Sud, si sta vivendo anche uno spopolamento, nel senso che i giovani se ne vanno e credo che questo sia un altro tema centrale”. Parole di Landini all’iniziativa “Quale sviluppo per il Mezzogiorno e la Calabria” alla presenza del presidente della Regione Roberto Occhiuto. “Noi – ha aggiunto – dobbiamo narrare il punto di vista di chi per vivere ha bisogno di lavorare, e da questo punto di vista qui le condizioni sono peggiorate perché si è poveri lavorando, si continua a morire sul lavoro, perché ci sono livelli di precarietà inaccettabile, perché è aumentata la malavita organizzata che controlla pezzi interi dell’economia. Quindi narrare una realtà diversa significa battersi affinché il lavoro torni ad essere un diritto vero. I diritti fondamentali, alle cure, all’istruzione, cioè ad essere persone libere con un lavoro dignitoso credo che sia il tema di fondo”.

“Ringrazio Landini – ha detto Occhiuto – per la vicinanza alla Calabria e devo riconoscere al sindacato un’azione di stimolo rispetto alle tante emergenze in Calabria. Il sindacato in Calabria ha grande capacità di proposte”. “Quando è stato fatto il Pnrr – ha proseguito – hanno buttato dentro tutte le opere che avevano un grado di progettazione avanzata. E la Calabria è sempre stata vista come una regione dove l’impegno, anche da parte delle società di Stato nazionali, era marginale. Ora siamo riusciti, insieme, ad ottenere 3,5 miliardi sulla 106. Certo non bastano, ma il risultato migliore che siamo riusciti ad ottenere è quello di pretendere che Anas faccia la progettazione anche nei tratti non finanziati. Stiamo tentando di fare le riforme. Su molte delle emergenze, c’è bisogno di uno sforzo congiunto del Governo nazionale, di quello regionale, delle organizzazioni sindacali regionali e nazionali perché altrimenti è difficile trovare le soluzioni definitive”.

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