Personale della Direzione Investigativa Antimafia, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dello S.C.I.C.O., con il coordinamento della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo diretta dal Procuratore Dott. Giovanni Melillo e della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Dott. Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione ad un provvedimento, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, che dispone lāapplicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca di compendi aziendali, beni immobili, mobili e rapporti finanziari – per un valore complessivo stimato in oltre 15 milioni di euro – riconducibili ad un imprenditore reggino attivo nel settore dei servizi aziendali. Con il medesimo provvedimento, il locale Tribunale ha sottoposto lāimprenditore alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, per anni 4, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza o dimora abituale.
La figura dellāimprenditore era emersa nellāambito dellāoperazione denominata āMARTINGALAā, condotta da personale della DIA e della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, sotto il coordinamento della locale Direzione Distrettuale Antimafia, conclusasi nel mese di febbraio 2018, nel cui ambito il predetto – allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito allāeffettivo e definitivo accertamento della responsabilitĆ – veniva rinviato a giudizio per diverse ipotesi di reato, tra cui associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati connessi e conseguenti alla gestione delittuosa di flussi economici, tra i quali riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, intestazione fittizia di beni, con lāaggravante dellāagevolazione mafiosa.
In particolare, secondo quanto emerso dalle indagini, il proposto si sarebbe rivelato il āregistaā di un complesso sistema illecito, costruito intorno a molteplici societĆ di comodo, con sede in Italia ed allāestero, di cui aveva la disponibilitĆ diretta o mediata. Lo stesso, tramite la regolare documentazione, con fatture per operazioni inesistenti accompagnate da artificiosi documenti di trasporto, di movimenti fittizi di merci e prestazioni apparenti di servizi, tra le societĆ a se riferibili e le imprese beneficiarie offriva ai propri āclientiā una formale giustificazione per la grande quantitĆ di denaro che convergeva verso le sue imprese.
Il proposto, quindi, avrebbe messo a disposizione di numerose imprese ā per lo piĆ¹ riferibili a imprenditori ritenuti diretta espressione della āndrangheta o collusi con questa ā la sua organizzazione e il suo reticolo di societĆ cartolari, sparse tra lāItalia e lāestero, sistematicamente coinvolte in svariate transazioni economiche, che simulavano movimenti di merci e flussi finanziari di apparente origine commerciale. Il sistema cosƬ congegnato si rilevava funzionale, oltrechĆ© ad esigenze di riciclaggio, anche allāacquisizione fraudolenta di crediti fiscali.
In relazione alle risultanze dellāattivitĆ di cui sopra, la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e la locale Direzione Distrettuale Antimafia – sempre piĆ¹ interessate agli aspetti economico-imprenditoriali legati alla criminalitĆ organizzata, delegavano al Gruppo Investigazione CriminalitĆ Organizzata (G.I.C.O.) della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, allo S.C.I.C.O. ed al locale Centro Operativo D.I.A., apposita indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata allāapplicazione, nei confronti del citato imprenditore, di misure di prevenzione personali e patrimoniali.
Al riguardo, dopo aver delineato il profilo di pericolositĆ sociale sia generica che qualificata del proposto, anche valorizzando le risultanze delle pregresse indagini, lāattivitĆ investigativa veniva indirizzata alla ricostruzione delle acquisizioni patrimoniali – dirette o indirette – effettuate nellāultimo trentennio, accertando – attraverso una complessa e articolata attivitĆ di verifica e riscontro documentale – i patrimoni dei quali il medesimo risultava disporre, direttamente o indirettamente, il cui valore era decisamente sproporzionato rispetto alla capacitĆ reddituale dichiarata ai fini delle imposte sui redditi nonchĆ© in quanto frutto o reimpiego, in buona parte, di attivitĆ illecite.
Alla luce di tali risultanze, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, nel mese di ottobre 2020, disponeva il sequestro del patrimonio riconducibile al citato imprenditore. Successivamente, riconoscendo la validitĆ dellāimpianto indiziario, con il provvedimento in esecuzione ha decretato – allo stato del procedimento ed impregiudicata ogni diversa successiva valutazione nel merito ā lāapplicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca dellāintero compendio aziendale di 7 tra imprese e societĆ commerciali, sedenti sia in Italia sia allāestero, 1 ditta individuale, 5 immobili, 10 orologi di lusso e disponibilitĆ finanziarie per un valore complessivo stimato in oltre 15 milioni di euro.