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sabato, 27 Aprile, 2024
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VIDEO-GdF e Dia sequestrano patrimonio (15 Mln) a imprenditore Reggino coinvolto in operazione “Martingala”

Personale della Direzione Investigativa Antimafia, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dello S.C.I.C.O., con il coordinamento della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo diretta dal Procuratore Dott. Giovanni Melillo e della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Dott. Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione ad un provvedimento, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, che dispone lā€™applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca di compendi aziendali, beni immobili, mobili e rapporti finanziari – per un valore complessivo stimato in oltre 15 milioni di euro – riconducibili ad un imprenditore reggino attivo nel settore dei servizi aziendali. Con il medesimo provvedimento, il locale Tribunale ha sottoposto lā€™imprenditore alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, per anni 4, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza o dimora abituale.

La figura dellā€™imprenditore era emersa nellā€™ambito dellā€™operazione denominata ā€œMARTINGALAā€, condotta da personale della DIA e della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, sotto il coordinamento della locale Direzione Distrettuale Antimafia, conclusasi nel mese di febbraio 2018, nel cui ambito il predetto – allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito allā€™effettivo e definitivo accertamento della responsabilitĆ  – veniva rinviato a giudizio per diverse ipotesi di reato, tra cui associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati connessi e conseguenti alla gestione delittuosa di flussi economici, tra i quali riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, intestazione fittizia di beni, con lā€™aggravante dellā€™agevolazione mafiosa.

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In particolare, secondo quanto emerso dalle indagini, il proposto si sarebbe rivelato il ā€œregistaā€ di un complesso sistema illecito, costruito intorno a molteplici societĆ  di comodo, con sede in Italia ed allā€™estero, di cui aveva la disponibilitĆ  diretta o mediata. Lo stesso, tramite la regolare documentazione, con fatture per operazioni inesistenti accompagnate da artificiosi documenti di trasporto, di movimenti fittizi di merci e prestazioni apparenti di servizi, tra le societĆ  a se riferibili e le imprese beneficiarie offriva ai propri ā€œclientiā€ una formale giustificazione per la grande quantitĆ  di denaro che convergeva verso le sue imprese.

Il proposto, quindi, avrebbe messo a disposizione di numerose imprese ā€“ per lo piĆ¹ riferibili a imprenditori ritenuti diretta espressione della ā€˜ndrangheta o collusi con questa ā€“ la sua organizzazione e il suo reticolo di societĆ  cartolari, sparse tra lā€™Italia e lā€™estero, sistematicamente coinvolte in svariate transazioni economiche, che simulavano movimenti di merci e flussi finanziari di apparente origine commerciale. Il sistema cosƬ congegnato si rilevava funzionale, oltrechĆ© ad esigenze di riciclaggio, anche allā€™acquisizione fraudolenta di crediti fiscali.

In relazione alle risultanze dellā€™attivitĆ  di cui sopra, la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e la locale Direzione Distrettuale Antimafia – sempre piĆ¹ interessate agli aspetti economico-imprenditoriali legati alla criminalitĆ  organizzata, delegavano al Gruppo Investigazione CriminalitĆ  Organizzata (G.I.C.O.) della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, allo S.C.I.C.O. ed al locale Centro Operativo D.I.A., apposita indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata allā€™applicazione, nei confronti del citato imprenditore, di misure di prevenzione personali e patrimoniali.

Al riguardo, dopo aver delineato il profilo di pericolositĆ  sociale sia generica che qualificata del proposto, anche valorizzando le risultanze delle pregresse indagini, lā€™attivitĆ  investigativa veniva indirizzata alla ricostruzione delle acquisizioni patrimoniali – dirette o indirette – effettuate nellā€™ultimo trentennio, accertando – attraverso una complessa e articolata attivitĆ  di verifica e riscontro documentale – i patrimoni dei quali il medesimo risultava disporre, direttamente o indirettamente, il cui valore era decisamente sproporzionato rispetto alla capacitĆ  reddituale dichiarata ai fini delle imposte sui redditi nonchĆ© in quanto frutto o reimpiego, in buona parte, di attivitĆ  illecite.

Alla luce di tali risultanze, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, nel mese di ottobre 2020, disponeva il sequestro del patrimonio riconducibile al citato imprenditore. Successivamente, riconoscendo la validitĆ  dellā€™impianto indiziario, con il provvedimento in esecuzione ha decretato – allo stato del procedimento ed impregiudicata ogni diversa successiva valutazione nel merito ā€“ lā€™applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca dellā€™intero compendio aziendale di 7 tra imprese e societĆ  commerciali, sedenti sia in Italia sia allā€™estero, 1 ditta individuale, 5 immobili, 10 orologi di lusso e disponibilitĆ  finanziarie per un valore complessivo stimato in oltre 15 milioni di euro.

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