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sabato, 20 Aprile, 2024
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Sanità allo sfascio, manifestazione di protesta a Cosenza: “Calabria senza speranza”

Cosenza – Una ventina di persone sta manifestando, da questa mattina, davanti alla sede dell’azienda ospedaliera di Cosenza. Diverse sono riuscite a salire sul tetto dell’edificio e ad appendere degli striscioni con le scritte “non c’è più tempo, “riaprire gli ospedali”, “assumere personale”, “Calabria senza speranza”. I manifestanti chiedono il rispetto del diritto alla tutela della salute e una sanità pubblica davvero efficiente. L’ospedale cittadino è in difficoltà per l’eccessiva richiesta di ricoveri di pazienti affetti dal coronavirus, molti dei quali sono stati costretti, nei giorni scorsi, a rimanere in ambulanza. Sul posto ci sono Polizia e Carabinieri.

“Siamo all’interno della sede dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Chi può ci raggiunga” è l’appello social di “FEM.IN. Cosentine in lotta”.
“L’emergenza Covid–19 si sta abbattendo sulla provincia di Cosenza- sottolineano: contagi e morti aumentano, i pochi ospedali attivi sono ormai saturi, il personale sanitario è stremato. Questa è la situazione a distanza di oltre un anno dall’inizio della pandemia. Nulla che non si potesse facilmente prevedere. Lo scorso autunno ci siamo mobilitati chiedendo la riapertura dei 18 ospedali chiusi, un intervento del Governo nazionale data l’incapacità degli amministratori e risorse per ricostruire la sanità pubblica calabrese. Le istituzioni, ad ogni livello, hanno preferito rimanere inermi e affidarsi alla fortuna. Ecco, la risposta è nei decessi avvenuti all’Annunziata di due calabresi in attesa che si liberasse qualche posto. In Calabria, nel 2021, si muore perché non si può essere curati, non è uno slogan o un rischio ma è la realtà dei fatti. In tutto ciò i commissari non riescono a varare scelte efficaci e coraggiose, le istituzioni si affidano a inutili comunicati, i parlamentari calabresi non si è ben capito cosa facciano a Roma e il Ministro Speranza quindi il Governo sono ignorano come al solito la Calabria, abbandonandoci al nostro destino. Di fronte a questa situazione abbiamo la responsabilità di mobilitarci, non possiamo assistere silenti a questo massacro, non vogliamo fare la conta quotidiana dei defunti”.
“Senza giri di parole- aggiungono – c’è l’immediato bisogno di assunzioni a tempo indeterminato di personale sanitario, di riaprire gli ospedali chiusi, di un intervento poderoso del Governo nazionale che congeli il debito, prodotto dalla mala politica e pagato dai cittadini, e liberi risorse per la sanità pubblica. Non c’è più tempo. I nostri padri e le nostre madri continuano a morire, ora dopo ora”.

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