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giovedì, 2 Maggio, 2024
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Perché chiudere le scuole in Calabria: la domanda è sulla bocca di tutti

La domanda è sulla bocca di tutti: perché tutto questo “allarmismo” proprio ora?
Solo due ore fa il Presidente Spirlì ha annunciato su Facebook la sua preoccupazione legata alle aule scolastiche.
“Ma la SCUOLA non è l’aula! Le aule non possono essere considerate il luogo più sicuro del pianeta. Come tutti i luoghi, anche le aule scolastiche possono trasformarsi in luoghi di contagio. E noi, in questi tempi di recrudescenza della pandemia, dobbiamo evitare che il contagio si propaghi”.
Secondo i parametri del DPCM nelle zone arancioni e gialle, i presidenti delle regioni potranno disporre la sospensione dell’attività scolastica in questi casi:
1.nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti; la Calabria registra ad oggi 11 casi di positività – pari a circa il 9% del totale – alla “variante inglese”.
2.nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni; e la Calabria non rientra in questi dati
3.nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico. Ma i  dati di ieri diffusi dalla Regione Calabria contano 6.354 positivi al Covid-19 ovvero lo 0,32% della popolazione complessiva. Di questi 223 sono i ricoverati, ovvero il 3,5% dei positivi, di cui 21 in terapia intensiva.
A fronte di questi numeri il presidente di Regione si spinge ancora più in la dicendo “non consentirò che nessun bimbo calabrese arrivi in terapia intensiva”. La dichiarazione è apparsa su Facebook nella giornata di ieri.
Ma cosa sta succedendo?
Se dovessimo basarci sui numero a disposizione abbiamo avuto picchi ben più alti nei mesi precedenti; certo non si conoscevano ancora le ormai famose “varianti”. Eppure, con la concessione di poter comunque seguire le lezioni da casa, gran parte dei giovani sono a casa in Dad: la presenza in aula è scesa rispetto al rientro programmato di poche settimane fa. Lo testimoniano anche i mezzi di trasporto ormai quasi vuoti.
Rimane quindi un lecito dubbio sul clima di preoccupazione che sta serpeggiando nelle ultime ore ma che non collima con i dati ufficiali a disposizione dei calabresi che, iniziano in queste ore a rassegnarsi alla probabile “zona arancione” e la totalità degli studenti in Dad o didattica a distanza, ma rende meglio l’idea dire: “tutti a casa”.

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