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giovedì, 25 Aprile, 2024
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Lo stesso tipo di esame rilascia il green pass solo se fatto a pagamento in farmacia e non nell’hub gratuito

I tamponi, si sa, non sono tutti uguali. Già dall’inizio della pandemia il Governo aveva classificato quelli utili per il riscontro ufficiale dei casi di positività al Covid, aggiungendo ora nuove precisazioni con l’entrata in vigore del green pass. Le magagne sono quelle dei non vaccinati, che ottengono un temporaneo certificato verde valido 48 ore effettuando esclusivamente tamponi nasali molecolari o antigenici rapidi.

A Reggio però c’è tampone e tampone: capita così che quello antigenico rapido che viene somministrato gratuitamente dai volontari della Croce Rossa nell’apposito presidio nella stazione centrale non dia titolo per il rilascio del green pass, mentre l’identico esame effettuato nelle farmacie al prezzo calmierato di 15 euro (8 per i minori di età tra 12 e 18 anni, costo parzialmente mutuabile) consenta di ottenere l’agognata carta verde.

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Questa disparità è dovuta al fatto che il GP può essere rilasciato solo da operatori sanitari o farmacisti che abbiano accesso ai dati del servizio sanitario nazionale. Un accesso che ovviamente potrebbe anche essere abilitato dalle Asp territoriali o comunque coordinando l’attività in modo da avere i risultati dei tamponi eseguiti dai volontari e poi provvedendo al rilascio del certificato da parte della Asp stessa. Ma non si è evidentemente voluto prevedere questo tipo di operazione.

Va precisato che nel testo del dl 105 del 23 luglio 2021 l’esito negativo di un tampone del genere, anche senza l’esibizione del conseguente green pass in forma digitale o cartacea, rientra tra i requisiti per evitare divieti e restrizioni. Ovvero: se si esegue uno di questi tamponi gratuiti, è ugualmente possibile accedere ai luoghi blindati dal green pass pur non avendo con sé materialmente il famigerato qrCode. Ma non tutti lo sanno e soprattutto non tutti lo accettano. Una situazione ambigua che espone gli sprovvisti del tesserino-lasciapassare al rischio di restare fuori da un concerto o una cena al ristorante, pur avendo la prova clinica di non essere positivi.

Certo, fin quando si tratta di rischiare una serata in pizzeria, molti scelgono di risparmiare con il tampone gratuito (basti guardare la lunga fila ogni giorno in attesa davanti all’hub della Cri), ma se in ballo ci sono una gara sportiva o un viaggio, allora si va sul sicuro. Perché se paghi non sorgeranno problemi: quello stesso antigenico rapido diventa magicamente di serie A ed entro mezz’ora sulla mail arriva puntuale il green pass a scadenza.

Reggio ha anche la peculiarità di contare al momento solo due farmacie (una in città e l’altra a Pellaro) abilitate ad eseguire questi tamponi a prezzo bloccato. A Cosenza, per fare un esempio, il servizio è disponibile in moltissime. Nella città dello Stretto invece, qualora ci fosse un’esigenza urgente (si pensi, per fare un esempio, alla visita a un parente in Rsa) e non si riuscisse a farlo presso le farmacie citate – dove ci si prenota con orari precisi – l’unica alternativa sarebbero gli istituti di analisi cliniche privati. Con un costo decisamente diverso da quello “popolare” concesso dal generale Figliuolo attraverso le farmacie.

Anzi no. Un’altra opzione esiste, in realtà. Si tratta degli hub cittadini dell’Asp a suo tempo sorti per lo screening della popolazione, dove si eseguono gratis i tamponi molecolari, analizzati poi dall’azienda sanitaria. Questi sono esami di primissima categoria, quelli di certezza clinica insuperabile – tanto che lo stesso risultato positivo di un tampone rapido, prima di registrare ufficialmente il caso come contagio, deve essere convalidato da un secondo tampone di questo genere, anch’esso positivo.

Ebbene, nelle ultime settimane, la postazione sita presso l’aeroporto Minniti, ha visto cambiare le modalità del servizio. Lo si legge in un avviso dell’Asp. In precedenza bastava recarsi lì nell’orario di apertura (che copriva diverse ore), aspettare il proprio turno, fare l’esame e richiedere poi il risultato via mail. Adesso invece bisogna essere in possesso di una prescrizione del proprio medico di base e i tamponi si effettuano soltanto dalle 14 alle 17. Tra l’altro l’esito di questi tamponi va poi richiesto dal cittadino all’Asp, ben sapendo che potrebbe arrivare anche dopo un giorno. Una procedura complessa e  incompatibile ai fini del rilascio di un green pass che comunque rimane valido soltanto 48 ore dopo il tampone.

Insomma, chi non è ancora vaccinato deve andare in farmacia e pagare. Qualche volta deve farlo persino chi è vaccinato, se ha la sfiga di ritrovarsi con il matrimonio di un amico prima che siano trascorsi quindici giorni dalla prima dose, data in cui otterrà il doveroso green pass numero uno – quello che dalle prossime sarà in vigore per un anno. E’ successo alla ragazza che per ben due volte ha varcato l’ingresso di una farmacia reggina in abito da gran sera tra tulle, paillettes e tacchi a spillo poche ore prima di andare alla sua festa. E’ l’ultimo must have sociale dell’era del Covid: nella borsetta, insieme a trucchi, e fazzolettini oggi c’è il green pass e alle cerimonie si arriva scrupolosamente già tamponati.

Isabella Marchiolo   

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