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mercoledì, 24 Aprile, 2024
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L’appello per la storica rassegna esclusa dal nuovo bando regionale Grandi Eventi

E’ l’anno in cui Vibo Valentia si fregia del titolo di capitale italiana del libro, ma per un paradosso tristemente tutto calabrese, proprio qui è costretta a fermarsi una delle iniziative più rinomate del settore culturale letterario. Ed è già partita una grande campagna per sollecitare del supporto di tutti e mantenerlo in vita. Parliamo dello storico festival “Leggere & Scrivere” e ad annunciare lo stop – dovuto all’esclusione dai finanziamenti del nuovo bando Grandi Eventi 2021 appena pubblicato – è l’ideatore e direttore artistico Gilberto Floriani, che su Facebook spiega: «Quest’anno per imperscrutabili ragioni la Regione Calabria ha deciso di fare tabula rasa di tante belle esperienze cresciute nel tempo e invece di consolidarle ha voluto cambiare tutto. Potrà accedere al contributo 2021 solo chi sarà in grado di presentare un progetto di almeno 350.000 euro. Sarà concesso un contributo massimo di 210.000 euro e riconosciuti costi in natura per 52.500 euro, mentre 87.500 dovranno essere a carico del proponente, di sponsor e sostenitori vari». Una situazione che mette al sicuro soltanto chi può contare anche sui contributi ministeriali del Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo), che si possono cumulare. Non è evidentemente il caso di un festival letterario e Floriani conclude:  «È stato bello il festival Leggere&Scrivere finché è durato. Consoliamoci con la Capitale del libro; domani (o l’anno prossimo) speriamo sia un altro giorno. Ha da passá a nuttata!».

A queste parole del direttore scientifico del Sistema bibliotecario vibonese ha fatto seguito una vivace reazione di solidarietà da parte della politica, con in testa l’appello del senatore Giuseppe Mangialavori (già autore di una proposta di legge per istituzionalizzare il festival), che ha chiamato a raccolta imprenditori e privati per salvare la prestigiosa rassegna arrivando a quegli 87.000 euro che mancano per poter accedere al bando regionale. «Un patrimonio del genere – ha dichiarato Mangialavori – non può andare perduto, per nessuna ragione. Credo, quindi, che sia arrivato il momento della responsabilità collettiva. Mi rivolgo, in particolare, a tutti gli imprenditori, vibonesi e non, affinché vogliano contribuire, ognuno secondo le proprie possibilità, al raggiungimento della cifra necessaria per assicurare lo svolgimento del Festival anche nel 2021. Per quanto mi riguarda, da parlamentare, imprenditore e cittadino, sono pronto a fare la mia parte e a dare il mio contributo». Un sostegno intanto arriverà anche dal Comune di Vibo, per espresso impegno del sindaco Maria Limardo.

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Il caso del festival Leggere&Scrivere è l’ennesimo capitolo di un’amara vicenda di smantellamento della fucina culturale calabrese, già scandita da numerose denunce contro il precedente bando regionale 2020. Un avviso viziato da irregolarità tra graduatorie annullate e commissioni sostituite da esaminatori che professionisti e addetti ai lavori concordano nel definire (per usare un eufemismo) poco competenti. A scoperchiare la pentola era stato per primo il promoter Ruggero Pegna, che ha ottenuto la riammissione ai finanziamenti dei suo Fatti di Musica facendo ricorso. Pegna tra l’altro aveva rilevato l’assurdo paletto dello svolgimento obbligatorio entro il 31 dicembre 2020 dei festival candidati, in piena pandemia e senza sapere se i finanziamenti sarebbero stati assegnati e quando erogati. Insieme a Pegna avevano denunciato la Regione al Tar altri illustri esclusi dal bando 2020, Sergio Gimigliano del “Peperoncino Jazz Festival”, Francescantonio Pollice, direttore artistico di Ama Calabria e Tonia Santacroce per il Festival d’Autunno.

Anche ieri il promoter lametino è tornato all’attacco, stavolta sul nuovo bando 2021, elencando numeri inequivocabili: dal 2015 a oggi gli eventi culturali di alto livello finanziati con i fondi europei a disposizione della Regione hanno vissuto un’ecatombe e nell’ultimo anno si è passati da 99 ai circa 6 dell’ultimo bando (calcolo che si desume dalla cifra di 210.000 euro come tetto massimo concesso a ogni evento).

«Una sola domanda – si chiede Pegna – perché distruggere la più grande “impresa” calabrese, capace di produrre i beni più necessari a questa regione: cultura, occupazione, divertimento, immagine e turismo, offendendo innanzitutto i professionisti che in oltre trent’anni hanno costruito la storia dello spettacolo dal vivo e dei grandi eventi culturali in Calabria?»

Leggere&Scrivere quest’anno tornerebbe dopo un’attesa di due stagioni di pausa dovuta al Covid. Quella del 2021 sarebbe la nona edizione. Nato inizialmente in tandem con il Premio Tropea, punta di diamante culturale perduta, organizzata per anni e con ospiti importanti dall’Accademia degli Affaticati, il festival vibonese si è affermato rappresentando un punto di riferimento per la promozione della lettura, anche grazie a sezioni specifiche dedicate ai ragazzi.

Parlavamo di paradosso calabrese. Da anni in molti comuni del territorio i cartelloni estivi istituzionali (ovvero non a pagamento) sono inesistenti per mancanza di soldi e si ci affida alla buona volontà di associazioni reclutate gratis e ovviamente – per mancanza di mezzi e professionalità – capaci di offrire solo proposte di basso profilo (se non talvolta imbarazzanti e non lontane dal livello di recite scolastiche). Dove invece i soldi ci sono incredibilmente non vengono utilizzati per festival storicizzati e premiati nel tempo da grande presenze di pubblico. Al bando Grandi Eventi 2021 si può partecipare da oggi. Anticipando l’80% delle spese e concludendo i progetti entro la fine del 2021. Che si parli di nuovi lockdown in autunno e che il settore si trovi in una fase di difficile ricostruzione dopo una lunga crisi alla Regione interessa poco.

 

Isabella Marchiolo

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