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venerdì, 29 Marzo, 2024
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In “CoronaVirus Veritas”: il punto sulla pandemia

 

La quarantena da pandemia era già scritta

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Sarà una coincidenza ma…. secondo un gruppo di teologi il numero 40 rappresenta il “cambiamento”, il tempo di preparazione di una persona per un cambiamento importante.

Il numero 40, infatti, nella Bibbia è richiamato più volte:

  • il diluvio è durato 40 giorni;
  • l’esodo è durato 40 giorni;
  • Il digiuno nel deserto dove Gesù è stato tentato: 40 giorni
  • le apparizioni di Gesù ai suoi dopo la sua crocifissione e resurrezione sono state 40
  • l’isolamento è durato 40 giorni.
  • 40 sono le settimane di gestazione che precedono il parto.
  • Se, poi, aggiungiamo che siamo nel 2020 che è uguale a 20+20=40, probabilmente questa quarantena è stata voluta da Dio.

Ad oggi, però, questi 40 giorni pare non siano bastati…

L’esordio della pandemia ed il buon senso dei meridionali

Anche se alcuni concordano nel ritenere che tutto è cominciato da quando il Papa ha picchiato la cinese, in realtà al sud tutto è iniziato da quando il Governo ha deciso di chiudere la Lombardia.

Colte dal panico, migliaia di meridionali emigrati al Nord hanno preso una decisione irrazionale, scomposta: preparare le valigie e prendere d’assalto aerei, treni, autobus, strade e autostrade per dirigersi verso il Sud.

Una scelta emotiva, sicuramente sbagliata, ma umana, dettata da un istinto ancestrale: quello di “tornare a casa”, di scappare in un posto sicuro.

 

Ma quando scoppia un’epidemia, le epidemie si rafforzano proprio a causa dell’istinto di fuga.

Il Sud però ha capito, ha visto in faccia il problema ed ha preso atto che doveva attrezzarsi, seppur rudimentalmente, per affrontarlo.

E così che il Sud, da finto moderno, è ritornato di colpo antico.

La storia d’Italia narra le sofferenze subite, ma noi al Sud le sofferenze le conosciamo meglio ed è per questo motivo che noi meridionali non ci giochiamo con i pericoli, perché di fronte ai pericoli scatta in noi una spaventata memoria inconscia, reminiscenze di antichi flagelli.

Quindi, solo chi ha molto sofferto, il pericolo lo fiuta immediatamente.

Ecco perché il popolo del Sud, che viene sempre descritto come superficiale, disimpegnato, lassista, incivile, ecc., di colpo si è messo sugli attenti ed ha adottato immediatamente, rispetto al Nord, comportamenti virtuosi, ubbidienti e prudenti. I numeri lo hanno confermato, per fortuna.

Il Sud è abbandonato ma è forte, solo una narrazione lesionista gli ha impedito di farsi conoscere al resto del Paese.

Ed è proprio per queste ragioni che all’inizio dell’epidemia il Sud si è dimostrato subito pronto. Pronto perché si è reso consapevole che aveva un’unica arma a disposizione: stare chiuso in casa ad ascoltare i consigli degli esperti ed a mettere in campo slanci solidali, applausi ed urla di gratitudine e virtuale vicinanza al personale sanitario ed alle forze dell’ordine, gli eroi/soldati di questa guerra subdola, insidiosa ed invisibile.

Oggi però non è più così, hanno preso spazio sentimenti arrabbiati e scomposti. Inevitabilmente.

Tutti temono la crisi economica che seguirà, ma in fondo il meridionale c’è abituato. Perderemo tutto? Ci adegueremo. Ci accontenteremo. Solo alla morte non c’è rimedio, ecco.

È la filosofia cui il meridionale è stato costretto ad abbracciare: una volta si chiama latifondo, una volta emigrazione, una volta malaria, una volta ‘ndrangheta, una volta disoccupazione.

Sono cambiati solo i nomi ma la sostanza non è cambiata.

Dobbiamo farcene una ragione? Certo che no, non più.

Non possiamo permettercelo, né tantomeno permetterlo.

Dal Covid-19 abbiamo imparato che….

Per salvare il mondo non è bastato restare a casa in pigiama;

Aveva ragione chi a marzo disse: “non prendete ora il Covid-19 perché a settembre uscirà il .20;

L’ alcool (sulle mani) salva vite umane.

La morte non distingue razza, colore o status sociale.

Gli esseri umani sono i veri virus del pianeta.

Non siamo pronti per una pandemia.

La Cina ha vinto la Terza guerra mondiale senza sparare missili (e nessuno se n’è accorto). L’Europa non ha alcun senso ed è solo un guscio vuoto.

Il personale sanitario vale più di un calciatore.

I politici ne approfittano per lanciare il tappeto del rivale.

Dobbiamo investire di più nella salute piuttosto che investire in banche fallite.

È stato importante incentivare la digitalizzazione e l’alfabetizzazione informatica, dare impulso all’e-commerce e, seppur con non poche difficoltà, lanciare (seppur ancora al 70%) lo smart working e l’e-learning.

 

Abbiamo inoltre capito che…

Gli epidemiologi/virologi, ed in generale gli uomini di scienza, oggi sono diventati star mediatiche nei talk show, hanno formulato miriadi di ipotesi/opinioni, ma ad oggi non hanno ancora conoscenza e verità assolute sul temuto Covid versione.19;

Siamo ritornati ad essere travolti da una overdose di informazioni “virali” senza precedenti, navighiamo dappertutto alla ricerca di notizie per accertare la verità, imbattendoci anche in fake news (noi, dal canto nostro, facciamo di tutto per tramutarci in destinatario e mittente dell’informazione, siamo quelli dell’etica della notizia, portatori sani di informazione).

Ma, nonostante siano trascorsi diversi mesi dal suo esordio, allo stato sappiamo ancora poco del virus, se non che è un po’ resistente alla calura estiva: non sappiamo se e quanto permane sulle superfici, se la distanza di un metro è bastevole, se e quali farmaci attualmente in uso diverranno protocollo sanitario, se e quando sarà necessario il vaccino, se e come il virus muterà o se spontaneamente svanirà.

Nel frattempo, cerchiamo di tutelare noi stessi ed i nostri cari, osserviamo la “triade anti-covid” (mascherina, igiene e distanza interpersonale), per il resto consideriamo il Re Covid, giunto dalla Cina con furore, come momento di correzione, venuto per ricordarci alcune lezioni importanti che spetta solo a noi applicarle per il futuro.

Bruna Critelli

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