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domenica, 28 Aprile, 2024
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Federconsumatori e Cgil hanno lanciato la campagna di trasparenza “Stop alle liste d’attesa”

Catanzaro – “Vogliamo fare una grande operazione di trasparenza sulle liste di attesa, perché in Calabria non tutte le aziende le pubblicano nei tempi dovuti, mentre invece il piano nazionale di governo richiede che le Regioni e le aziende devono rendere trasparente e pubblico il monitoraggio delle liste di attese”. Lo ha detto la presidente regionale di Federconsumatori Mimma Iannello, lanciando con la Cgil Calabria la campagna nazionale “Stop alle liste di attesa”. L’iniziativa è stata presentata in una conferenza stampa a Catanzaro alla presenza del segretario geniale della Cgil Calabria, Angelo Sposato.

“Noi – ha aggiunto Iannello – abbiamo dovuto fare l’accesso agli atti in alcune aziende per potere avere dati aggiornati. E dai dati fin qui disponibili ci sono criticità che vanno risolte assolutamente: a esempio all’Asp di Crotone ci sono tempi che vanno anche oltre i 750 giorni per alcune visite specialistiche o alcuni esami. È un tempo assurdo, ma la salute non può attendere né può diventare un diritto per censo, riservato solo a chi si può pagare prestazioni dai privati. Inoltre la Regione Calabria – ha spiegato la presidente di Federconsumatori – si è vista assegnare 15 milioni per recuperare alcuni ritardi nell’erogazione di prestazioni specialistiche e diagnostiche e i ricoveri ma di queste risorse ha saputo spendere solo il 28%, al contrario di regioni del Nord dove ci sono punte dell’80% del recupero”.

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Per Iannello la campagna nazionale “Stop alle liste d’attesa” “si propone due obiettivi, il primo è monitorare i dati effettivi dei tempi di attesa, perché c’è uno scarto tra ciò che si pubblica e ciò che segnalano i cittadini prenotando sui Cup. Inoltre, puntiamo a offrire la giusta informazione ai cittadini rispetto ai loro diritti. Al commissario della sanità calabrese chiediamo di mettere a sistema ogni segmento della filiera sanitaria per garantire nei tempi giusti l’erogazione delle prestazioni”.
A sua volta Sposato ha evidenziato: “Le liste di attesa risentono molto del mancato intervento, purtroppo in Calabria si sta privatizzando di fatto il diritto alla salute. Se c’è il coraggio e la volontà, bisogna fare una seria verifica sugli accreditamenti, per capire qual è la buona sanità privata e quale quella cattiva che ha prodotto il debito. Poi – ha aggiunto il segretario generale della Cgil Calabria – bisogna lavorare per alcuni obiettivi a partire dal riordino della rete dell’emergenza, della rete ospedaliera e della medicina territoriale. Non siamo affatto soddisfatti di questo ultimo anno mezzo di gestione della sanità in Calabria”.

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