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venerdì, 29 Marzo, 2024
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Consiglio dei Ministri parte civile contro magistrato in processo a Salerno

La Presidenza del Consiglio dei Ministri si è costituita parte civile nel processo che vede imputati, davanti al Tribunale di Salerno, l’ex procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla (nella foto), accusato di falso e corruzione, l’ex comandante della Stazione dei carabinieri di Cava di Melis, maresciallo Carmine Greco, il poliziotto di Cosenza Vito Tignanelli, gestore di fatto della società di intercettazione Stm, la moglie di Tignanelli, Marisa Aquino, titolare della Stm, Alessandro Nota, carabiniere in servizio a Cava di Melis, e la stessa società Stm.
Nel corso dell’udienza l’accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Luca Masini, ha avanzato richiesta di acquisizione atti. La difesa – gli avvocati Franco Sammarco, Antonio Quintieri, Pasquale Vaccaro, Lucio Conte, Antonio Zecca – hanno avanzato richiesta di prove e lista testi. Il processo prende le mosse dall’indagine della Dda di Catanzaro “Stige” dalla quale sono emersi elementi che hanno indotto la Dda di Catanzaro a inviare gli atti alla Procura di Salerno, competente su fatti che riguardano magistrati del distretto di Catanzaro. Le accuse per gli imputati sono, a vario titolo, falso e corruzione.
Dopo l’arresto dell’imprenditore Antonio Spadafora in “Stige” (condannato in primo grado 14 anni e 6 mesi), Facciolla e Carmine Greco, secondo l’accusa, avrebbero concordato la redazione di una annotazione nella quale fossero descritte le attività informative che Greco aveva acquisito mesi prima nel corso di interlocuzioni con Antonio Spadafora, documento risultato materialmente falso. Una condotta che, secondo l’ipotesi accusatoria, rappresenterebbe anche una grave scorrettezza anche nei confronti dei magistrati della Dda di Catanzaro – titolari del procedimento Stige – che stavano svolgendo indagini a carico di Antonio Spadafora e di Carmine Greco (condannato in primo grado a 13 anni per concorso esterno) per il reato di associazione mafiosa.

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