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domenica, 5 Maggio, 2024
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Allarme Shrinkflation: stesse confezioni e meno contenuto

Sebastiano Guzzi di Unilavoro: una truffa a discapito dei consumatori

Si chiama shrinkflation. E’ l’ultimo allarme lanciato dalle associazioni dei consumatori sui prodotti in vendita nei negozi della grande distribuzione. Di che cosa si tratta? In economia, la shrinkflation, nota anche come raggio di restringimento della spesa, deflazione o ridimensionamento del pacchetto, è il processo in cui gli articoli si riducono in termini di dimensioni o quantità, o talvolta riformulano o riducono la qualità, mentre i loro prezzi rimangono gli stessi o aumentano. A essere ridimensionato, si legge, può essere il contenuto di una confezione, tutta la confezione, oppure anche i servizi che si offrono. Un problema di una certa entità che sta creando allarmismi in Italia, ma anche negli Stati Uniti d’America e in Inghilterra.

Secondo una recente indagine Istat, i casi di shrinkflation registrati in mercati, rivendite e super-mercati italiani sono stati almeno 7.306. “I picchi si registrano nel settore merceologico di zuccheri, dolciumi, confetture, cioccolato, miele e in quello del pane e dei cereali, ma riguardano anche altri prodotti che sono di largo consumo: bibite, succhi di frutta, latte, formaggi, creme, lozioni. Una strategia di marketing sagace, sottolinea Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Nazionale Unilavoro Pmi, che opera ai danni del consumatore. Una sorta di inflazione occulta che ha un importante tornaconto per le aziende, ma che svuota i carrelli e le tasche dei consumatori.

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Accade infatti, evidenzia Guzzi che il cartellino del prezzo resti esattamente lo stesso, ma la confezione del prodotto sia leggermente più piccola o contenga qualche unità di prodotto in meno. “Tutto ciò avviene sotto lo sguardo inconsapevole del consumatore, che nel momento in cui acquista un qualsiasi prodotto, non presta attenzione al peso. Il raggiro avviene dunque con scaltrezza. “I consumatori, infatti, fa notare Guzzi, tendono ad essere sempre sensibili al prezzo, ma potrebbero non notare piccoli cambiamenti nella confezione o non fare caso alle indicazioni, scritte in piccolo, che riguardano le dimensioni e il peso di un prodotto. Accade poi, evidenzia ancora, che a una diminuzione del quantitativo di prodotto si associ un nuovo packaging e un restyling visivo che rende tutto ancor più accattivante.

Un fenomeno allarmante che raggira e che inganna tutti i consumatori, anche quelli più attenti e più scrupolosi. Lo dimostra il fatto che anche durante le feste di Pasqua, la gente abbia acquistato con tranquillità ogni tipo di prodotto. La situazione è stata però monitorata da Codacons che ha attuato un controllo responsabile e meticoloso. Un’indagine che ha messo in luce queste frodi. Il peso di alcune colombe è passato magicamente da 1 chilo dello scorso anno ai 750 grammi del 2022, mantenendo intatti prezzo e confezioni”. Stesso discorso per le uova di Pasqua. Stesso prezzo, ma peso inferiore rispetto all’anno precedente. A fronte di questi inganni, che sono delle vere e proprie truffe, il Codacons ha dunque chiesto ad Antitrust e Procure di tutta Italia di avviare indagini sul territorio finalizzate ad accertare se il fenomeno shrinkflation possa costituire ipotesi penalmente rilevanti come truffa e manovre speculative a danno dei consumatori, e la possibile fattispecie di ‘pratica commerciale scorretta’. Speriamo, conclude Guzzi, che vengano attuati controlli serrati. Molte aziende, per fronteggiare l’inflazione galoppante, che è sempre più incisiva, stanno optando per la shrinkflation. Tutto questo a discapito dei consumatori. Non possiamo permetterlo.

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