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lunedì, 17 Novembre, 2025
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Guccione boccia accordo Calabria-Emilia: La sanità deve essere sottratta alle Regioni

“Il provvedimento assunto in questi giorni per provare a ridurre la ferita sanguinante dell’emigrazione sanitaria tra le regioni del Sud e quelle del Nord è puramente mediatico. Inutile. Un classico pannicello caldo. Perché niente va in direzione del miglioramento quantitativo e qualitativo dell’offerta sanitaria erogata all’interno delle regioni che poi generano emigrazione”.
Così, in una nota, Carlo Guccione, componente la direzione nazionale Pd.
“La fuga dei pazienti verso le regioni del Nord per ricevere cure mediche costa alle regioni del Sud 5 miliardi di euro l’anno. Una fuga in gran parte imposta dalle profonde disuguaglianze delle offerta sanitaria delle regioni del Sud. L’accordo proposto in questi giorni tra la regione Calabria e l’Emilia Romagna per ridurre l’emigrazione sanitaria – secondo Guccione – non è altro che un provvedimento inutile che rischia, attraverso l’imposizione di tetti alle prestazioni sanitarie, di aumentare il numero dei cittadini che rinunciano alle cure, che nella nostra regione ha raggiunto il 10%, la più alta percentuale d’Italia. Se non si ha la consapevolezza che l’emigrazione sanitaria segue un flusso preciso che riflette la disparità nell’offerta dei servizi sanitari, la mobilità sanitaria è una necessità dovuta dall’incapacità della regione Calabria ad erogare prestazioni efficienti e a garantire i livelli essenziali di assistenza. Non è un caso che le regioni Emilia Romagna, Veneto e Lombardia sono ai primi posti nella classifica dei LEA e contemporaneamente prime per il numero di pazienti del Sud che scelgono di curarsi in quelle regioni”.

Guccione, inoltre, ricorda che “Nel 2024 la Calabria ha speso 328 milioni di euro per sanità passiva. Tendenzialmente nel 2025 sta aumentando. Come e dove può intendersi il contrasto all’emigrazione, se non intervenendo su questo, sul miglioramento dell’offerta sanitaria regionale. Attraverso una mia interrogazione nel 2019 viene alla luce un caso emblematico, eclatante. Denunciavo il mancato controllo sul costo effettivo dell’emigrazione e sulla reale fruizione da parte dei cittadini e pazienti calabresi. Solo nel 2019, in Conferenza Stato-Regioni, si scopre che la Calabria ha pagato 4,7 milioni per prestazioni di pazienti risultati alla fine non residenti in regione e non ha contestato flussi per migrazione dei ricoveri di tipo A pari a 222 milioni di euro, che avrebbero potuto far risparmiare 36 milioni di euro. Oggi, nel 2025, la regione Calabria è in grado di controllare la reale fruizione dei pazienti che rientrano a tutto titolo nella migrazione sanitaria regionale? Ed è in grado anche di verificare analiticamente il livello e la qualità delle prestazioni che si acquistano da fuori?

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

“È il tempo questo di una riforma complessiva della sanità italiana. È il tempo della sanità interamente controllata dallo Stato centrale, finalmente sottratta alle derivazioni e spesso deformazioni del potere delle Regioni. Il Pd calabrese – conclude Guccione – a cominciare da quello rappresentato in consiglio regionale, faccia sua una battaglia per evitare che l’intesa triennale tra regione Calabria ed Emilia Romagna per regolare i flussi della mobilità sanitaria si trasformi solo in un risparmio economico a discapito della salute dei calabresi. È il tempo delle scelte di campo”.

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