I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno eseguito, in data odierna, unāordinanza di applicazione della misura cautelare personale coercitiva degli arresti domiciliariĀ nei confronti di 2 agenti della Polizia Locale di Reggio Calabria e della misura cautelare personale interdittiva della sospensione dallāesercizio del pubblico ufficio rivestito per la durata di dodici mesi nei confronti di altri 7 agenti, nonchĆ© sottoposto alla misura cautelare reale del sequestro preventivo una depositeria giudiziaria autorizzata, iscritta allāAlbo Prefettizio, per i reati di concussione, induzione indebita a dare o promettere utilitĆ , falso ideologico e violenza privata.
Ai domiciliari sono finiti i vigili urbani Mauro Anselmi e Giuseppe Costantino, mentre sono stati sospesi per 12 mesi Domenica Fulco, Vincenzo Cassalia, Concetta Sorbilli, Maria Cinanni, Umberto Fabio Falcone, Giacomo Mauro e Paolo Cilione.
Le investigazioni, eseguite dalla Compagnia Reggio Calabria e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Dott. Giovanni Bombardieri, sono scaturite dalla denuncia presentata ad ottobre 2020 da un cittadino extraācomunitario, venditore ambulante munito di regolare licenza, che aveva rappresentato di aver subƬto un furto della merce che esponeva in vendita, da parte di due soggetti ignoti, poi risultati essere due agenti di Polizia Locale (A.M. ā cl. ā78 e C.G. ā cl.ā75), odierni arrestati, senza la redazione e il rilascio di alcun verbale di sequestro amministrativo o di contestazione.
Le attivitĆ investigative preliminari hanno consentito di appurare, anche tramite lāacquisizione e lāanalisi di video-registrazioni, la veridicitĆ di quanto denunciato dallāambulante: lo stesso, infatti, era stato, a tutti gli effetti,vittima di unāingiustificata appropriazione della merce esposta da parte di due pubblici ufficiali, in abuso della loro qualitĆ , nonostante lāesibizione della licenza autorizzatoria, la quale, visionata dagli indagati, veniva lanciata in direzione dellāextraācomunitario, senza la restituzione della merce indebitamente appresa.
Da un successivo sviluppo dei primi input investigativi, sotto il coordinamento del Procuratore Aggiunto Dott. Gerardo Dominijanni e sotto la direzione del Sostituto Procuratore della Repubblica Dott.ssa Alessia Giorgianni, le fiamme gialle reggine hanno rilevato come diversi altri appartenenti alla Polizia Locale del capoluogo reggino (F.D. ā cl. ā63, C.V. ā cl. ā71, S.C. ā cl. 67, C.M. ā cl. ā78, F.U.F. ā cl. ā71, M.G. ā cl. ā71 e C.P. ā cl. ā77) sottraessero sistematicamente, nellāambito degli ordinari servizi finalizzati al contrasto dellāabusivismo commerciale, la merce esposta per la vendita da ambulanti di origini extra-comunitarie, senza provvedere alla redazione e al rilascio di verbali di sequestro amministrativo o di altri atti, ma procedendo alla successiva pubblicazione, sullāAlbo Pretorio del Comune, di verbali di rinvenimento di merce redatti nei confronti di soggetti ignoti.
Eā stato possibile, altresƬ, constatare come due poliziotti locali reggini, sottoposti ai domiciliari (A.M. ā cl. ā78 e C.G. ā cl. ā75) avessero messo in piedi un sodalizio finalizzato alla ricerca di veicoli da rottamare, acquisire o cannibalizzare, unitamente a tre soggetti (S.B. ā cl. ā74, I.A.D. ā cl. ā94 e S.D.F. ā cl. ā75) a cui sono riconducibili due imprese operanti nel settore del soccorso e della rimozione di veicoli, una delle quali ĆØ una depositeria giudiziaria autorizzata ā oggi sottoposta a sequestro ā con lāintento di trarne dei guadagni illeciti.
In particolare, i due pubblici ufficiali, trovate sulla pubblica via autovetture sprovviste della necessaria copertura assicurativa, anzichĆ© procedere alla contestazione delle violazioni del caso o alle operazioni di sequestro amministrativo, inducevano i proprietari dei veicoli ad affidare gli automezzi in questione ai rappresentanti di una delle due imprese, a turno, dietro la minaccia dellāirrogazione di salate sanzioni pecuniarie e a fronte della mancata contestazione delle violazioni. Questi ultimi, in accordo con i due agenti di Polizia Locale, dietro il pagamento di un corrispettivo di denaro in contanti,Ā procedevano, successivamente, alle operazioni di rimozione e di rottamazione.
Da tali modalitĆ operative, indebitamente, traevano vantaggio economico le due imprese: lāuna, autorizzata, i cui gestori operavano nelle vesti di incaricati di pubblico servizio, praticando prezzi di gran lunga superiori a quelli previsti dalla convenzione con il Comune, e omettendo, integralmente, di versare una percentuale degli indebiti introiti a titolo di canone concessorio (non esistendo alcuna verbalizzazione delle contravvenzioni rilevate dai pubblici ufficiali), e lāaltra, in totale assenza di qualsivoglia legittimazione a intervenire in rimozione di veicoli per conto del Comune di Reggio Calabria, riconducibile a un soggetto definitivamente condannato per associazione mafiosa.
In altri casi si ĆØ persino accertato come i due agenti in argomento sponsorizzassero le imprese operanti coinvolte nel disegno criminoso, prospettando vantaggi e convenienze di vario genere anche quando i contravventori di turno riferivano di conoscere giĆ dei conducenti di carroattrezzi di propria fiducia. Il risultato di tali condotte, grazie anche al potere deterrente delle ingenti sanzioni amministrative prospettate, era il maturato convincimento dei cittadini ad affidarsi alle imprese facenti capo agli indagati.
Un espediente a cui facevano ricorso i due agenti di Polizia Locale era quello di preavvisare i referenti delle imprese di rimozione di veicoli, indicando loro, preventivamente, il luogo delle operazioni, in modo che al momento della loro attivazione, gli stessi potessero repentinamente giungervi. Tale meccanismo, infatti, costringeva i contravventori di turno a versare, in ogni caso, la somma prevista per il ādiritto di chiamataā, la quale ĆØ dovuta anche se la rimozione non viene eseguita purchĆ© il carroattrezzi giunga entro venti minuti dalla chiamata.
In diverse occasioni, gli indagati discutevano del valore di mercato di determinate autovetture, individuate nel corso dei loro āinterventiā: i pubblici ufficiali, addirittura,richiedevano ai referenti delle imprese di rimozione di veicoli se i mezzi fossero di loro gradimento, in modo da decidere,in base alla risposta ricevuta, se procedere effettivamente alsequestro amministrativo o meno; di conseguenza, laddove non vi fosse interesse, si procedeva solo in un secondo momento con le obbligatorie verbalizzazioni del caso.
Lāinteresse in questione ĆØ risultato talvolta essere circoscritto a singole componenti degli autoveicoli, alimentando un vero e proprio business sui pezzi di ricambio: alcuni veicoli, difatti, sono stati concretamente cannibalizzati, con asportazione, presso officine ādi fiduciaā degli indagati, di pezzi da applicare ad autovetture loro o di amici.
Laddove, invece, i due agenti della Polizia Locale si rendevano conto del fatto che i veicoli sanzionabili fossero riferibili a familiari di loro colleghi, si adoperavano per riferire la circostanza a questi ultimi, cosƬ da evitare di procedere con la verbalizzazione. In un caso, uno degli indagati ha invitato espressamente il proprio interlocutore (uno dei titolari di fatto della depositeria giudiziaria autorizzata) a spostare un furgone, cosicchĆ© lo stesso non potesse essere visto da un suo superiore, con cui in quel frangente era impattugliato. Il timore dellāindagato era quello che il superiore presente avrebbe proceduto a elevare le contestazioni e operare il sequestro del mezzo.
Per quanto sopra, il G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, Dott.ssa Vincenza Bellini, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha emesso unāordinanza di applicazione della misura cautelare personale coercitiva degli arresti domiciliari nei confronti di 2 agenti di Polizia Locale (A.M. e C.G.) della misura cautelare personale interdittiva della sospensione dallāesercizio del pubblico ufficio rivestito per la durata di dodici mesi nei confronti di altri 7 agenti (F.D., C.V., S.C., C.M., F.U.F., M.G. e C.P.) e della misura cautelare reale del sequestro preventivo nei confronti di una delle imprese operanti con i pubblici ufficiali indagati.
Al provvedimento cautelare in parola ĆØ stata data esecuzione, nella mattinata odierna, da parte delle fiamme gialle reggine, che hanno anche proceduto anche allāeffettuazione di perquisizioni presso i luoghi rientranti nella disponibilitĆ degli indagati.
Lāoperazione in argomento evidenzia la sempre elevata attenzione della Guardia di Finanza nei confronti delle condotte compromettenti il buon andamento della Pubblica Amministrazione, con particolare riguardo ai casi in cui dei pubblici ufficiali utilizzano i poteri agli stessi conferiti dalla legge per procurare dei vantaggi indebiti a sĆ© e/o ad altri.