Lamezia Terme – Nel corso della mattinata odierna, i finanzieri del Comando Provinciale di Catanzaro hanno dato esecuzione ad una misura cautelare personale e reale emessa dalla Dottoressa Emma Sonni, Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lamezia Terme, nei confronti di sei soggetti, appartenenti ad un medesimo contesto familiare, amministratori pro tempore di due società, esercenti l’attività di trasporto su strada: la FMA logistica e trasporti e la GM trasporti e ecologia, con sede nell’area industriale di Lamezia Terme.
In particolare, i militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme hanno notificato l’applicazione della misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare attività d’impresa o uffici direttivi di persone giuridiche e di imprese nei confronti di:
1. Francesco Argento, 56 anni, di Lamezia Terme (CZ);
2. Michelino Argento, 53 anni, di Lamezia Terme (CZ);
3. Giuseppe Argento, 31 anni, di Lamezia Terme (CZ);
4. Maria Dina Argento, 30 anni, di Cernusco sul Naviglio (MI);
5. Alfredo Argento, 25 anni, di Lamezia Terme (CZ);
6. Michele Argento, 26 anni, di Lamezia Terme (CZ),
nonché il decreto applicativo della misura del controllo giudiziale delle predette società. Contemporaneamente, i finanzieri stanno eseguendo anche un sequestro preventivo di circa 3,5 milioni di euro, costituente il profitto del reato.

Lo sfruttamento veniva realizzato elaborando buste paga non già in base alle reali prestazioni lavorative dei dipendenti, bensì stabilendo, a monte, una retribuzione fissa mensile, per poi elaborare, a ritroso, i dati da inserirvi (tanto che ai professionisti incaricati della redazione delle buste paga veniva comunicato unicamente l’ammontare da corrispondere a titolo di retribuzione, senza avere alcuna contezza delle prestazioni svolte dai dipendenti).
Infatti, sin dal momento della loro assunzione, veniva messo in chiaro dai datori di lavoro che tutti avrebbero percepito la somma fissa e predeterminata di euro 1.200,00 (quanto agli autisti possessori di patente categoria “C”) e di 1.300,00 euro (quanto agli autisti possessori della patente “C+E”), erogata a prescindere dalle effettive prestazioni svolte da ciascuno di loro (di gran lunga superiori a quelle retribuite), comprensiva sia di quota del TFR che di quota della 13ª mensilità.
Gli stessi lavoratori non ricevevano alcuna retribuzione per le effettive ore di lavoro straordinario prestato in quanto in busta paga erano riportate solamente quattro ore per settimana in misura fissa, comprese nell’importo pre-determinato, né retribuzioni a titolo di indennità per il lavoro svolto nelle giornate di sabato e domenica. Oltre a non godere dei giorni di ferie maturati che, tuttavia, in busta paga venivano riconosciute in base alle vigenti normative, erano costretti ad accettare le indennità di trasferta in misura inferiore rispetto a quelle previste dal CCNL.

Le indagini rientrano in più ampio progetto investigativo, sviluppato dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme in sinergia con il Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, attraverso il quale si intende fronteggiare il pervasivo fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori.

















