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domenica, 12 Maggio, 2024
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VIDEO-Lamezia: Lo ha deciso il Gup per i fatti avvenuti in una scuola dell’infanzia


Lamezia Terme – Il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Lamezia Terme, Rossella Prignani ha rinviato a giudizio Rosa Coccimiglio di 60 anni, insegnante e Maria Pulice di anni 64, collaboratrice scolastica, entrambe di Lamezia Terme, responsabili di maltrattamenti nei confronti degli alunni di una scuola dell’infanzia sita in un quartiere lametino. Coccimiglio è assistita dagli avvocati Salvatore Cerra e Rossella Bonaddio mentre Pulice dall’avv. Antonio Larussa. Il processo, a partire dal prossimo 1 febbario 2021 si svolgerà dinanzi al Tribunale in composizione monocratica.
Le due donne, il 30 marzo 2019, furono raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal GIP di Lamezia Terme, Emma Sonni, reato che il 27 aprile succesivo venne riqualificato dal Tribunale del Riesame che ordinò anche la loro scarcerazione.
Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Curcio e dal Sostituto, Emanuela Costa, avevano avuto inizio a seguito delle denunce sporte separatamente da due madri che avevano esternato ai poliziotti lametini il sospetto che i loro figli, frequentanti la scuola dell’infanzia, fossero vittime di maltrattamenti ad opera di un’insegnante.
Gli accertamenti effettuati dall’Ufficio Anticrimine del Commissariato, anche attraverso attività tecnica che si è protratta per quasi due mesi, oltre a riscontrare ampiamente quanto denunciato dalle due madri, consentivano di acquisire ulteriori e significativi elementi circa i maltrattamenti perpetrati ai danni dei bambini non solo ad opera della docente ma anche da parte della collaboratrice scolastica.
Le captazioni ambientali infatti hanno consentito di disvelare quello che era l’abituale modus operandi da parte delle due donne nei confronti dei piccoli allievi dell’asilo.
Il complesso delle indagini faceva emergere il ricorso sistematico alla violenza, sia psicologica che fisica, da parte della maestra e della collaboratrice scolastica, in danno degli allievi loro affidati, bambini di età compresa fra i 3 e i 5 anni, assunto quale usuale metodo educativo: costrizioni ad assumere cibo, strattonamenti, percosse, minacce, anche con il ricorso ad una bacchetta di legno sbattuta energicamente sulla cattedra, gravi ed immotivate punizioni inflitte agli allievi, costretti a stare seduti o isolati dagli altri compagni.

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