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giovedì, 5 Dicembre, 2024
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Vertenza ex Lsu-Lpu, martedì il presidio dell’USB alla cittadella regionale

Catanzaro – Sarà la sede della cittadella regionale il luogo del presidio preannunciato dal sindacato USB-Pubblico Impiego a sostegno della vertenza dei lavoratori ex Lsu-Lpu da stabilizzare.
Per tante lavoratrici e tanti lavoratori calabresi, da decenni impantanati nel bacino del precariato che caratterizza il pubblico impiego nella nostra regione, la tanto agognata stabilizzazione pare un miraggio irraggiungibile. Sono circa 800 gli ex Lsu-Lpu rimasti fuori dalle stabilizzazioni realizzate finora, ma per chi invece ha visto finalmente il suo contratto trasformato in un rapporto a tempo indeterminato la bella sorpresa di trovarsi le ore di lavoro dimezzate, e di conseguenza degli stipendi da fame.

L’emergenza pandemica ha scoperchiato in tutta la sua drammaticità la crisi del sistema pubblico italiano, e calabrese in particolare, ma la lezione del Covid pare non essere recepita a nessun livello istituzionale, dal più piccolo dei comuni al governo nazionale. C’è l’urgenza di lanciare una grande campagna di assunzioni nel pubblico impiego, che a tutti i livelli e in tutti i settori soffre di una grave carenza di personale, e tra i lavoratori impiegati una vergognosa percentuale è fatta di precari, sfruttati e spesso senza alcuna prospettiva. Non solo si deve procedere alla stabilizzazione full time di tutti questi lavoratori, ma bisogna bandire nuovi concorsi: è questo l’unico modo per riuscire a garantire i servizi essenziali ai cittadini, altro che tagli, esternalizzazioni e privatizzazioni.
Il 27 aprile dalle ore 10 saremo alla cittadella regionale per chiedere stabilizzazione e deroghe per chi è rimasto fuori, l’aumento delle ore lavorative per uno stipendio dignitoso, servizi pubblici adeguati per i calabresi. L’emergenza Covid ci aveva spinto a limitare al minimo le iniziative di piazza, ma l’indifferenza dimostrata dalla politica, locale e nazionale, nei confronti di questi lavoratori ci costringe a questa nuova mobilitazione, perché la fame fa più paura della pandemia.

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