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giovedì, 25 Aprile, 2024
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Venezia, muore dottoressa 40enne: un minuto di silenzio per ricordare la lametina Vincenzina Donato

Per ricordarla, nelle scorse ore, prima dell’inizio delle attività ordinarie, nel reparto di Terapia intensiva del Civile è stato osservato un minuto di silenzio. Nelle fotografie che aveva pubblicato sulla sua pagina Facebook la si vedeva sorridente sulla sabbia del deserto dell’Oman, davanti all’Arc de triomphe con lo sfondo degli Champs-Elysées, oppure in reparto, con una mascherina che non riusciva a nasconderne il sorriso. Istantanee di momenti felici. Si è spenta il 25 ottobre, uccisa da un tumore, Vincenzina Donato, da nove anni medico rianimatore del reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Civile di Venezia. Aveva appena 40 anni.

Originaria di Lamezia Terme, la donna aveva studiato Medicina all’Università La Sapienza di Roma, muovendo i primi passi nel mondo del lavoro all’ospedale Sant’Andrea, sempre nella capitale. Nel 2012 aveva ottenuto il trasferimento in Veneto, all’ospedale Civile, nella cui Terapia intensiva era diventata ormai un punto di riferimento.
«L’ho conosciuta in corsia. Io all’epoca lavoravo in Pronto soccorso, abbiamo legato immediatamente, perché a Vincenzina era impossibile non volere bene. Era una donna simpatica, dolce, sempre piena di entusiasmo», racconta Giulia Vieceli, amica e collega della donna. «Noi Viky l’abbiamo conosciuta in ospedale ed è stata da subito un punto di riferimento lavorativo. Su di lei potevi sempre contare», aggiungono Monica Geremia e Silvia Bertoldo, altre due colleghe.
Nonostante lavorasse a Venezia, Donato aveva deciso di vivere a Mestre. Ma, quando poteva, tornava in Calabria, dove tuttora vivono il padre e i fratelli. Amava viaggiare e portava sempre al collo la macchina fotografica, con cui cristallizzare i momenti più belli, da condividere su Facebook. Tra i suoi paesaggi preferiti, il Lido di Venezia.

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Il tumore è arrivato alcuni anni fa, disfacendo ogni piano, ma non impedendo alla dottoressa di pensare alla vita con ottimismo. «Nonostante la malattia e le terapie a cui si sottoponeva, non l’ho mai sentita lamentarsi. Era una persona solare, sempre sorridente. E innamoratissima del suo lavoro», racconta Vieceli. Talmente innamorata del suo lavoro da voler rientrare in corsia, con il Covid. Malata, Donato aveva dovuto smettere di lavorare nel 2019. «Ma un anno fa, sentendosi meglio, aveva chiesto di poter rientrare durante l’emergenza. Essendo immunodepressa, purtroppo non le è stato permesso, perché sarebbe stato troppo rischioso per lei», continua la collega.
La sua abnegazione e la sua passione per il lavoro erano riconosciute da tutti. «Era un’anestesista preparata, che amava profondamente il suo lavoro e lo affrontava con rigore e passione ogni giorno. Manifestava una sensibilità particolare verso i pazienti, come solo una persona che ha vissuto la malattia sa fare. Era ironica, scherzosa, raffinata ed elegante. Era una persona vera, onesta e schietta, che ha regalato tanto amore. Sapeva mediare tra le persone quando entravano in conflitto. Sempre presente e pronta a dare una mano nel momento del bisogno. Una grande collega, ma soprattutto una vera amica», continuano Monica Geremia e Silvia Bertoldo. Cordoglio è espresso da tutta l’Usl 3 e, in particolare, da Marcio Meggiolaro, primario del reparto di Rianimazione del Civile. «Precisione, serietà e bravura: quella di Vincenzina Donato è una perdita per tutto il reparto di Anestesia e rianimazione che attualmente dirigo. La collega Donato sapeva lavorare in équipe ed era profondamente appassionata alla disciplina. Affrontava con rigore e passione le sfide professionali quotidiane, manifestando sensibilità e attenzione nei confronti dei pazienti». I funerali sono già stati celebrati a Lamezia Terme.

Laura Berlinghieri
“nuovavenezia.gelocal.it)

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