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venerdì, 19 Aprile, 2024
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Vaiolo scimmie, in Italia 505 casi confermati: In Calabria e altre quattro Regioni nessuna segnalazione

Sono 505 i casi confermati di vaiolo delle scimmie in Italia, 26 in più rispetto all’ultima rilevazione di 4 giorni fa, secondo il bollettino pubblicato dal ministero della Salute con dati aggiornati a oggi, 2 agosto. I casi collegati a viaggi all’estero sono 149 e l’età mediana dei pazienti è di 37 anni (per un range che va dai 20 ai 71 anni). Nella casistica tricolore risultano ora 4 donne (501 sono uomini). La regione con il più alto numero di casi confermati resta la Lombardia che ne segnala 232, seguita da Lazio (104), Emilia Romagna (57), Veneto (33), Piemonte (18) e Toscana (17).

Dopo la prima infezione rilevata in Sardegna, scendono a 5 le regioni che non hanno ancora segnalato nessun caso di Monkeypox (Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d’Aosta). Le restanti, comprese le province autonome di Bolzano e di Trento, contano meno di 10 casi.

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L’infezione continua a svilupparsi quasi esclusivamente fra maschi (501) rispetto ai soli 4 casi fra donne, secondo l’ultimo bollettino del Ministero della Salute. “In specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie”. E’ quanto si legge in una circolare del Ministero della Salute di aggiornamento della situazione sul vaiolo delle scimmie, per la segnalazione dei casi. “I contatti stretti devono essere identificati il prima possibile e informati della loro esposizione e del rischio di sviluppare l’infezione”. Per i contatti con esposizioni a basso rischio “è possibile adottare la sorveglianza passiva, autocontrollarsi e informare il proprio medico di famiglia”.

“I contatti asintomatici che controllano adeguatamente e regolarmente il loro stato possono continuare le attività quotidiane di routine come andare al lavoro e frequentare la scuola (la quarantena non è necessaria)”, specifica ancora il ministero della Salute nella circolare. Per i contatti stretti è indicato di evitare di donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono in regime di sorveglianza. L’auto-monitoraggio prevede il controllo della febbre (almeno due volte al giorno) o di altri sintomi come il mal di testa, mal di schiena, linfoadenopatia, o eruzione cutanea da causa sconosciuta nei 21 giorni dall’ultima esposizione. Indicato anche di astenersi dalle attività sessuali per 21 giorni dopo l’ultima esposizione, igiene delle mani e respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi spesso le mani); evitare il contatto con persone immunocompromesse, bambini sotto i 12 anni e donne in gravidanza per 21 giorni dopo l’ultima esposizione; evitare il contatto stretto diretto con animali, inclusi gli animali domestici, per 21 giorni dopo l’ultima esposizione.

“Le autorità sanitarie locali possono scegliere di escludere i bambini in età prescolare da asili nido, scuole materne o altri ambienti di gruppo”. Nella circolare, firmata dal direttore generale per la prevenzione Gianni Rezza, si specifica infine che “apposite indicazioni sulla strategia di vaccinazione in Italia contro il vaiolo delle scimmie saranno fornite con successiva pubblicazione”.

Il vaccino del vaiolo per monkeypox, secondo quanto si apprende dalla Regione Lazio, prevede una prima dose e un richiamo da somministrare dopo un intervallo di 2-3 mesi. Dopo che l’Istituto Spallanzani si è detto pronto a partire la Regione precisa di essere in attesa da parte del Ministero dei criteri di definizione della platea, ovvero norme per il reclutamento e indicazione delle fasce di età.
L’Istituto per le malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma sarà “presto pronto a partire con il vaccino del vaiolo per monkeypox e attende dal ministero le modalità di reclutamento”. Lo comunica l’assessore alla Sanità della regione Lazio, Alessio D’Amato.
“Lo Spallanzani ha offerto la propria disponibilità ad essere centro regionale di riferimento per la vaccinazione per il Monkeypox, precisa il direttore generale dell’Istituto di Malattie infettive Spallanzani, “Abbiamo offerto , inoltre, la nostra expertise, anche con il contributo delle Associazioni, per una corretta campagna di informazione. Attendiamo le Linee guida ministeriali alle quali stiamo attivamente collaborando”, aggiunge Vaia.

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