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venerdì, 19 Aprile, 2024
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Vaccini, nel nuovo piano il personale scolastico va in pausa

Si fa presto a dire vacciniamoci tutti e subito. In teoria, gli italiani che sono ancora lontani dalla fatidica inoculazione si dichiarano preoccupati e chiedono di fare presto, ma nella pratica in moltissimi continuano a rifiutare il siero Vaxzevria, ovvero l’anti Covid di AstraZeneca imputato per effetti collaterali pericolosi – un giorno confermati a mezza bocca e l’altro smentiti. Incertezze che hanno creato una diffidenza ormai difficile da arginare. La categoria più timorosa è quella degli insegnanti, che adesso saranno messi in stand by, come annunciato dal generale Figliuolo: il nuovo piano prevede infatti di concludere rapidamente la popolazione dai 60 anni in su e dei soggetti con fragilità, e sorge il dubbio che questa decisione sia in parte legata ai nuovi suggerimenti delle autorità del farmaco a proposito della maggiore incidenza di rischio sotto i 55 anni per i giovani (e soprattutto le donne) con Vaxzevria.

In Calabria si tratta di una battuta d’arresto che pesa molto poiché ci sono aree dove la vaccinazione degli insegnanti non era mai partita e con la nuova linea ministeriale che spinge per la presenza in aula nelle zone rosse e l’obiettivo di concludere l’anno scolastico nelle classi anche per i liceali, molti docenti si considerano ad alto rischio.

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Lo stop del personale scolastico non riguarda però chi deve fare il richiamo, caso in cui è necessario ricevere una seconda dose dello stesso vaccino per non invalidare il processo di immunizzazione. In molti ugualmente stanno disertando, con defezioni importanti in Calabria: fino al 30% a fronte del 15-20% nazionale, con un record nella provincia di Reggio, dove il 70% degli appuntamenti (soprattutto scuola, anche forze dell’ordine) è andato a vuoto perché gli aventi diritto non hanno voluto vaccinarsi con AstraZeneca – si tratta di destinatari della prima dose, ma ora il fronte del no si sta allargando ai richiami. Non si tratta soltanto di insegnanti, poiché nel territorio calabrese i vaccini Pfizer e Moderna, fatti salvi i richiami per gran parte degli over 80, sono stati rimpinguati dopo una lunga carenza fatale in termini di tempo, mentre le scorte di Vaxzevria languono inutilizzate nei frigoriferi – proprio le sfilze di rinunce all’iniezione sarebbero una delle concause del ritardo della campagna vaccinale nella regione. A Reggio, secondo il Sole 24Ore, su  461.590 dosi ricevute ne sono state somministrate solo 314.628 a causa dell’alto numero di rifiuti. Non ha rassicurato neanche il protocollo stilato dal Grande Ospedale Metropolitano per individuare i fattori di rischio nei pazienti ed evitare complicazioni post-vaccino. Insomma, a prevalere è la paura di quei casi non accertati ma clamorosi di trombosi e morti. Se i decessi sono tutti da dimostrare, L’Ema ha ormai ammesso una correlazione tra trombosi e vaccino di AstraZeneca – in specifiche situazioni ancora oggetto di studio – pur sottolineando che il beneficio della protezione dal virus è molto superiori al rischio di effetti collaterali gravi. Parole vaghe che non aiutano a placare la psicosi collettiva.

Di certo le somministrazioni non potranno mai essere “on demand”, dunque non si potrà scegliere e occorrerà accettare il tipo di vaccino indicato per la fascia in cui si rientra. Il recente dibattito sulle conseguenze di una non adesione alla vaccinazione antiCovid sulle mansioni di lavoro con l’ipotesi del licenziamento per le professioni di medici e infermieri sta adesso facendo emergere tentativi di aggirare l’ostacolo e nuove forme di furbetti del vaccino. In particolare, a Roma e Milano, alcuni medici di base hanno denunciato la scappatoia truffaldina di false attestazioni di fragilità, richieste dai loro assististi per essere inseriti nelle liste di Pfizer e Moderna. Obesità, scompenso cardiaco e diabete sono le patologie che vergognosamente i pazienti chiedono di gonfiare per ottenere la dicitura di persona “estremamente vulnerabile” che dà accesso ai vaccini ritenuti più efficaci e sicuri. Usurpando i veri malati, che il loro privilegio, insieme a rischi e sofferenze, lo cederebbero volentieri.

Isabella Marchiolo

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