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giovedì, 25 Aprile, 2024
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Vaccini e caso AstraZeneca: possiamo fidarci?

 
Con comunicato stampa ieri l’AIFA ha deciso di estendere in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’EMA, il divieto di utilizzo su tutto il territorio nazionale del vaccino anglo-svedese AstraZeneca contro il Covid19.
La decisione assunta è in linea con analoghi provvedimenti adottati da altri Paese europei.
Ulteriori approfondimenti sono attualmente in corso. L’AIFA, in coordinamento con EMA e gli altri Paesi europei, valuterà congiuntamente tutti gli eventi che sono stati segnalati a seguito della vaccinazione.
La posizione di Aifa ed Ema: il rapporto fra il beneficio e il rischio resta favorevole
Lo stop alla somministrazione del vaccino Astrazeneca è temporaneo ma restano le preoccupazioni sulla prosecuzione delle campagne vaccinali e sulle ricadute sulla fiducia delle persone, sia quelle a cui verrà inoculato AstraZeneca sia quelle che riceveranno altri vaccini per contrastare il coronavirus.
Notizie rassicuranti provengono dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema): «L’allarme legato alla sicurezza del vaccino non è giustificato» e «dobbiamo continuare a credere nel valore di questi vaccini, il rapporto fra il beneficio e il rischio resta favorevole».
È stato inoltre sottolineato più volte che chi ha ricevuto la prima dose non ha ragione di essere preoccupato. E al momento non c’è alcuna prova che alcun decesso sia stato causato dal vaccino AstraZeneca.
La lotta contro il tempo: la corsa per i vaccini
Per ciò che riguarda le campagne vaccinali di tutta Europa, la Commissione europea ha stretto un accordo con BioNTech-Pfizer per la consegna accelerata di 10 milioni di dosi per il secondo trimestre dell’anno.
AstraZeneca: la situazione in Italia
L’Italia, così come diversi paesi europei, sta indagando su una serie di decessi a proposito dei quali non è ancora stata dimostrata alcuna correlazione, se non temporale, con la somministrazione di AstraZeneca e che hanno portato al blocco di due lotti che ha preceduto la sospensione del vaccino di lunedì scorso.
Saranno i risultati definitivi delle autopsie e degli esami istologici a chiarire la causa della morte di persone che non avevano patologie pregresse note e avevano un’età compresa fra 40 anni e i 60 anni.
Per ora gli esami preliminari non hanno individuato alcuna correlazione fra morte e vaccino.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Aifa sulla sorveglianza dei vaccini, aggiornato al 26 febbraio,  in Italia su 255.563 dosi di AstraZeneca somministrate (lunedì 15 marzo erano diventate 1.093.000), le segnalazioni di reazioni sospette sono state 326 su 100 mila somministrazioni.
Inoltre, l’Italia registra circa 60mila casi di tromboembolia all’anno, 1.150 alla settimana, 166 al giorno, indipendentemente dalla vaccinazione.
Alla luce di ciò, è improbabile un nesso causale diretto tra vaccinazione e decessi. Al massimo potrebbe esserci una concausa, nel senso che i problemi potrebbero riguardare solo persone predisposte a sviluppare queste patologie.
Cosa può succedere adesso?
I Paesi europei e la Commissione europea attendono la valutazione dell’Ema. L’Agenzia si riunisce oggi e per giovedì è stata indetta una riunione straordinaria per trarre conclusioni dalle informazioni raccolte e su eventuali ulteriori azioni che potrebbe essere necessario adottare». Nella sua nota, l’Ema ha citato la trombosi in collegamento con mancanza di piastrine individuata in Germania.
BC
 

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