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mercoledì, 1 Maggio, 2024
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Una riflessione sull’area urbana Catanzaro-Lamezia *

* on. Vitaliano Gemelli – Il rilancio della proposta della costituzione di un’area urbana Catanzaro Lamezia Terme sta trovando crescente consenso e quindi ritengo che si debbano fare alcune riflessioni per definire gli obiettivi, il più ampi possibile, per rispondere alla domanda dei cittadini. Il primo elemento da considerare è la qualità della vita delle Città calabresi, che si
posizionano tra le ultime dell’elenco annuale. Le componenti che determinano gli indici della qualità della vita sono molteplici e quindi sarebbe necessario valutare componente per componente le carenze e immaginare soluzioni per colmarle. Altro aspetto da considerare è lo spopolamento delle due Città di riferimento e contestualmente lo spopolamento dei Comuni di tutta la Provincia di Catanzaro e di Crotone e Vibo Valentia; normalmente avviene che il fenomeno dell’inurbamento spopola i Comuni piccoli e incrementa la popolazione dei Comuni grandi; questo in Calabria e nella provincia di Catanzaro non è avvenuto, quindi il fenomeno si potrebbe ascrivere alla carenza di prospettive, non solo di lavoro, ma di vita per le persone che abbandonano la regione. Un aspetto che sarebbe importante evidenziare è la assoluta valorizzazione delle storie di tutti i Comuni che aderiranno, per non perdere la consapevolezza delle radici e per sottolineare che la pluralità delle identità è necessaria, perché le diversità sono ricchezza
culturale e alimentano la crescita e l’evoluzione. La individuazione delle vocazioni naturali e la loro valorizzazione servirebbero a non snaturare le culture dei territori e potrebbero innescare processi di adeguamento, ormai indispensabili per stare nella contemporaneità.

L’acquisizione di una disponibilità alla dimensione sociale potrebbe limitare l’individualismo esasperato nel quale si vive e si potrebbe immaginare di operare come avviene in altri territori e regioni dove la scelta di alcune produzioni, con i protocolli necessari, hanno consentito di richiamare l’attenzione anche europea e mondiale, portando benefici economici e implementando i territori di servizi utili a tutti i cittadini (es. la Melinda e il parmigiano reggiano, le località sciistiche del Monte Bianco e delle Dolomiti, la riviera romagnola e la costa toscana, le Cinque Terre e la Costa Smeralda, ecc.). Le grandi produzione dell’olivo e della vite, così come quelle manufatturiere tipiche nel cotone, nella seta e nella lana, la tradizione alimentare come sardella, ndujia, in alcuni Comuni la tradizione della ceramica, dell’impagliato e del vimini, il ferro battuto e l’arte dell’intarsio su legno e tante altre che uno studio antropologico può individuare, potrebbero rappresentare il marchio di qualità come avviene a Murano e Burano per i vetri e i merletti. Un aspetto importante da affrontare riguarda la problematica della rigenerazione urbana,
ormai oggetto di tanti studi e correnti di pensiero, tra le prime quella guidata dal Prof. Alessandro Bianchi, già Rettore all’Università di Reggio Calabria. La rigenerazione urbana riguarderà tutti i Comuni che si assoceranno all’Area Urbana, perché la mission dovrà essere quella di valorizzare le specificità e ricondizionare le scelte al benessere delle popolazioni, rompendo lo schema obsoleto “centro-periferia”, perché nell’era digitale e con l’aiuto dell’IA, si potranno riorganizzare le funzioni, i servizi, i luoghi di produzione.

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Si potranno anche impostare dei programmi di ristrutturazione edilizia, senza snaturare l’identità culturale dei tanti Comuni, partendo dalla individuazione dei beni culturali esistenti, dalla toponomastica e da tutto quello che potrà essere specificità da offrire non solo ai calabresi, ma al mondo intero, dal momento che i calabresi sono in tutto il mondo. Alla luce della esperienza delle aree metropolitane, che non funzionano a partire da quella di Roma Capitale, che avrebbe avuto bisogno di essere costituita come regione, come sono le altre capitali europee, Parigi, Londra, Bruxelles, Berlino, l’Area Urbana Catanzaro Lamezia Terme dovrà evitare il solito accentramento di potere e valorizzare tutte le comunità che aderiranno, affermando un concetto moderno di integrazione che è “inter-azione” comune per il benessere dei cittadini. Bisogna dare merito a Pierino Amato, a Mario Tassone e a tutti gli altri, in primo luogo agli amministratori dei due comuni di aver impostato un programma per la realizzazione del progetto, che deve attuarsi con celerità, perché il tempo è ormai arrivato e la velocità dei mutamenti che la nostra epoca impone non ci consente di rallentare o fermarsi. La speranza è che tutti i cittadini, le categorie professionali e produttive, i corpi sociali si
sentano impegnati in tale progetto, che potrà trainare tutta la regione fuori dalle secche in cui si trova, al di là della festa di Capodanno a Crotone, che è una ottima scelta, ma dura l’”espace d’un matin”.

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