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mercoledì, 8 Maggio, 2024
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Un locale del centro si ferma ad agosto mentre l’isola pedonale segna perdite e rimane poco frequentata

A Reggio la stagione estiva non decolla e continua ad essere ostacolata da polemica e disagi. Se una imbarazzante stoccata è stata inflitta dalla foto virale del ratto arrampicato sulla colonna di Tresoldi, il banco di prova più eclatante resta la contestatissima isola pedonale sul lungomare: le presenze sulla porzione di via marina alta occupata dai dehors, molto inferiori alle aspettative del sindaco Giuseppe Falcomatà e la sua giunta, basterebbero già per tracciare un bilancio al momento tutt’altro che lusinghiero, ma ai malumori mai placati dei cittadini inferociti dal caos circolazione e parcheggi adesso si aggiunge la bocciatura degli esercenti – proprio coloro che avrebbero dovuto beneficiare del progetto come idea vincente della ripartenza del settore.

Invece pare che non sia così e tra tanti mugugni sottovoce adesso arriva una voce di dissenso forte e aperta, quella dei titolari del ristorante Chapeau, i quali hanno annunciato la chiusura nell’intero mese di agosto per protesta «manifestando in maniera civile e silenziosa, il totale dissenso alle ultime insensate scelte alle quali dobbiamo sottostare sia come commercianti che come cittadini». Stavolta non si tratta del green pass ma di una querelle tutta reggina: qui la sofferta decisione è motivata dalla convinzione di essere stati danneggiati da un’iniziativa maldestra proprio nel momento in cui il settore avrebbe invece avuto bisogno di sostegno. In un comunicato stampa, i titolari del locale situato nel centro cittadino in sostanza spiegano che l’isola pedonale, così com’è organizzata, è stata controproducente. «Le conseguenze – scrivono – di tali scelte sbagliate si sono inesorabilmente e drammaticamente riversate nei confronti di tutti gli altri commercianti e non, penalizzati dall’evidente scoramento dei cittadini di recarsi nella zona più importante della città, il centro storico, poiché trovare il parcheggio se prima era difficile ora è diventato praticamente impossibile!». E senza mezzi termini definiscono l’allestimento della zona dehors e le correlate modifiche dell’assetto viario del lungomare una «imposizione senza senso». Alla quale hanno deciso di reagire individualmente e per primi. Continua la nota: «Dando l’esempio, noi abbiamo già cominciato a combattere da soli, contro decisioni suggerite e/o adottate da chi forse ha proprio sbagliato nei confronti di chi aveva investito soldi e sacrifici e aspettava la bella stagione per riprendersi dal terribile periodo imposto dal Covid».

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Con la chiusura del locale si fermano dieci famiglie di dipendenti, che hanno coraggiosamente scelto di affrontare un nuovo stop per lanciare un messaggio durissimo all’amministrazione comunale. Anche perché i rumors lasciano intendere che nonostante le proteste e i disservizi l’isola pedonale potrebbe essere confermata anche dopo settembre con l’idea di realizzare una pista di pattinaggio su ghiaccio. Non è un mistero, del resto, che l’ampliamento delle zone senza auto e la loro progressiva evoluzione da misure sperimentali a permanenti fa parte del programma elettorale di Falcomatà, che adesso sta tentando di concretizzare ciò che aveva annunciato. L’allocazione della pista di pattinaggio sul lungomare pedonalizzato, come denuncia la Confcommercio reggina, è stata decisa con la delibera di giunta 144 dello scorso 20 luglio. Il presidente dell’associazione, Lorenzo Labate, tuonando contro questa idea aveva evidenziato come «la scelta del Comune, senza alcuna condivisione nonostante i gravi disagi più volte manifestati, va in una direzione esattamente opposta alle esigenze dei commercianti. L’idea di prevedere una pista di pattinaggio sulla via Marina alta, facendo venire definitivamente meno l’ipotesi di recuperare parcheggi in zona centrale in orario diurno, vuole dire mettere in ginocchio i commercianti del Corso Garibaldi e non tenere in considerazioni le loro, le nostre necessità».

Anche Confesercenti, attraverso una disamina del presidente provinciale Claudio Aloisio, aveva attestato esiti deludenti del progetto dehors con un calo di presenze e fatturato dei locali tra il 20 e il 30%. In un’ottica propositiva Aloisio ha suggerito a un Falcomatà sempre più pervicace nel difendere l’isola pedonale alcuni correttivi in itinere, quali la creazione di un percorso di mercatini artigianali e il completamento degli arredi con fioriere o altri elementi decorativi. Su quest’ultimo punto si può concordare pienamente considerando l’oggettiva sgradevolezza delle transenne che delimitano la zona, la quale, nei tratti non occupati dai salottini, è anche buia e desolata. Insomma, a Reggio sul tema c’è molto da imparare, magari “copiando” dalle altre città turistiche che da tempo già adottano questa sperimentazione urbana.

Intanto la solidarietà dei reggini ha abbracciato i lavoratori di Chapeau, che da oggi hanno listato le loro vetrate con un enorme striscione con la scritta “Chiuso per protesta silenziosa”. In tanti, plaudendo alla dignitosa decisione e approvandone le ragioni, si sono dati appuntamento al locale a settembre per festeggiare la riapertura con un aperitivo.

Isabella Marchiolo

 

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