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venerdì, 19 Aprile, 2024
HomeCultura e Società"Tumulti", stragi contadine dimenticate in Calabria: le ricostruisce Claudio Cavaliere

“Tumulti”, stragi contadine dimenticate in Calabria: le ricostruisce Claudio Cavaliere

E’ in libreria “Tumulti – Stragi contadine in Calabria (1906-1925)” il nuovo lavoro del sociologo e giornalista Claudio Cavaliere, per i tipi di Rubbettino.
Nel libro l’autore racconta la storia di dieci stragi contadine avvenute in Calabria tra il 1906 e il 1925 attraverso un impianto narrativo originale ma sorretto da una vasta documentazione che ne permette una minuziosa ricostruzione e con uno sguardo d’insieme capace di evitare la distorsione, la manomissione, la mutilazione alle quali sono state sottoposte fin dal giorno stesso del loro accadimento.
Una scrittura che combina i compiti del saggio tradizionale con le tecniche utilizzate nella narrativa e che rendono particolarmente fluida la lettura.
Sono storie di rivolte contadine terminate in stragi non solo dimenticate ma addirittura considerate improduttive se non controproducenti e che anticipano di molti decenni quelle più note del secondo dopoguerra.
Per la scrittrice e giornalista Isabella Bossi Fedrigotti, premio Campiello nel 1991 e alla carriera nel 2019, che ne ha firmato la prefazione, si tratta “di un percorso doloroso che si sarebbe dovuto compiere tanto tempo fa e che oggi è davvero vietato rimandare. Sono storie vere e il lettore non può mettersi in salvo rifugiandosi nella convinzione che siano racconti, che siano romanzi, che siano vicende leggendarie”.
Il libro quindi promette di sconvolgere pregiudizi e imperdonabili sottovalutazioni della miriade di rivolte contadine che hanno attraversato in lungo e in largo la Calabria della prima parte del Novecento e di ribaltare, come scrive l’autore, “questa idea, sempre presente in fondo a noi, che nessuno, nessuno mai abbia provato a fermare la corsa cieca degli avvenimenti e che così ancora oggi accade, è l’ultima offesa che possiamo fare a quelle donne e a quegli uomini che ci appartengono. Sono storie di gente semplice, sconosciuta, uccisa perché vince improvvisamente i propri timori e smettono di avere paura. E’ la storia di tante donne calabresi e del loro protagonismo negli accadimenti politici e sociali della Calabria dei primi del ‘900 fino all’avvento del fascismo. Questa è un’altra storia della Calabria, quella che offre il proprio sangue per la dignità e la democrazia”.

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