E’ nota a tutti, ormai, la tragica vicenda di Casal Palocco: il violento scontro tra una Lamborghini e una Smart costato la vita al piccolo Manuel. Il bimbo, di soli 5 anni, si trovava all’interno della citycar con la sorellina, di 3 anni, dimessa dall’Ospedale Bambino Gesù, e la sua mamma Elena, 28 anni, ancora ricoverata in stato di forte choc al Sant’Eugenio.
Ciò che fa più rabbia, è la causa dell’incidente. Sulla Lamborghini che ha distrutto la Smart, infatti, viaggiavano 5 Youtubers che, secondo quanto si apprende, stavano girando una delle loro “challenge” da pubblicare, appunto, sul loro canale Youtube.”Vivo 50 ore in Lamborghini”: questo il titolo del dannato video, costato carissimo al piccolo Manuel e alla sua famiglia. Ad aggravare ancora di più la posizione dei responsabili dell’incidente, la positività al test dei cannabinoidi del conducente dell’auto.
Tanti segni di vicinanza al padre e alla famiglia e tanti messaggi di cordoglio. Tra questi, anche quello di uno dei ragazzi a bordo dell’auto incriminata, Vito Loiacono: “Il trauma che sto provando è indescrivibile, ci tengo solo a dire che io non mi sono mai messo al volante e che sto vicinissimo alla famiglia della vittima”. Lo stesso Loiacono, qualche ora prima del tragico impatto, aveva pubblicato sul proprio profilo TikTok un video con la Lamborghini incriminata nel quale, prendendo le parti di un ragazzino “coatto”, si vantava dell’autovettura. Tra le tante battute del ragazzo, ce n’è una che a posteriori mette i brividi: “Ma questo con la Smart che sta facendo? Abbello, la macchina tua costa 300 euro usata al Conad, la mia costa un miliardo. Vale quanto Amazon”. Sui social se ne vedono tante di “challenge” e “sfide estreme” ma mai, come in questo caso, si mette a rischio l’incolumità di altre persone. Alla luce di tutto ciò, la domanda sorge spontanea: cosa non si fa per diventare famosi? Ma, soprattutto, la colpa è loro o dei tanti che, seguendoli sui social, li incitano a postare tali contenuti?
Giuseppe Notarianni