Si tratta di Luigi Nerini, proprietario della società che gestisce l’impianto, l’ingegnere direttore del servizio e un altro dipendente, capo servizio. La svolta nelle indagini e i primi provvedimenti nella notte da parte della Procura di Verbania: “gravi indizi di colpevolezza” a carico dei tre, i quali hanno commesso “un gesto materialmente consapevole”; la “forchetta” non è stata rimossa al fine di aggirare blocchi e disservizi.
Gli inquirenti hanno accertato che “la cabina presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso“. I fermati durante gli interrogatori hanno “ammesso” le proprie responsabilità. Lo afferma il comandante provinciale dei carabinieri di Verbania, Tenente colonnello Alberto Cicognani. “Il freno non è stato attivato volontariamente? Sì, sì, lo hanno ammesso”, dice l’ufficiale dell’Arma intervistato da Buongiorno Regione.
“C’erano malfunzionamenti nella funivia, è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la ‘forchetta’, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione“.