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mercoledì, 24 Aprile, 2024
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Spirlì è d’accordo ad aprire le scuole… in estate quando “il virus rallenta”

L’apertura al governo Draghi e la promessa di chiedere un incontro urgente a Roma, quando ci sarà “un ministro dell’istruzione vero”. Nella sua diretta Facebook riassuntiva dei nodi calabresi da sciogliere (sanità, vaccini, rifiuti), l’ineffabile presidente facente funzioni Nino Spirlì parla pure della scuola. Non avrebbe potuto essere altrimenti: ogni volta in cui il presidente si manifesta sul suo social, viene subissato dalle domande dei genitori su Dad, chiusure, aperture e contagi. Spirlì, sempre bonario e paterno, ai follower elargisce rassicurazioni sul suo costante stato di allerta per tutelare la salute degli studenti e tranquillizzare le famiglie. E mentre i rumors dall’ambiente scolastico lasciano trapelare una volontà del presidente, ancora scosso dalle bastonature del Tar, di riportare tutta la secondaria di secondo grado in didattica a distanza (al momento l’ordinanza in vigore fino alla fine di febbraio prevede la presenza al 50% ma con la possibilità dei singoli allievi di optare per la Dad), su Facebook il nostro commenta anche sulla polemica legata al prolungamento delle lezioni in estate. Il refrain è quello dei bei tempi andati, quando i treni arrivavano in orario eccetera: “Io ricordo che si andava a scuola per tutto giugno, abbiamo sempre fatto così ed è una strana consuetudine considerarlo un mese non scolastico. Il termine all’inizio di giugno è una disposizione nuova, quindi non trovo nulla di male che si torni a fare come in passato”. Qualcuno critica l’ipotesi ritenendola troppo pesante da sopportare per docenti e studenti già provati da un anno infernale. Nino Spirlì replica: “Io dico che potrebbe essere utile a recuperare, anche perché nei mesi di giugno e luglio è stato dimostrato che il virus rallenta, quindi non ci sarebbero rischi ad andare a scuola in presenza”.
L’endorsement calabrese a Mario Draghi c’è, e non solo per il capitolo scuola. Sulla scia di Salvini, Spirlì da uomo di partito rincara la dose, fino a definire il premier incaricato “con la nobiltà che già ha in sè” quasi un unto del Signore. La situazione in cui ci troviamo – si dice convinto nella diretta Facebook – sarebbe stata così grave da far intervenire “il buon Dio che ha detto basta”, permettendo di interrompere il governo precedente e cambiarlo con uno nel quale oggi la Lega ripone speranze e aspettative.  
Alle imperterrite pressioni sulla chiusura delle scuole primarie e medie, il presidente, con infinita pazienza, ribadisce come la decisione del Tar sia invalicabile. Ma appunta uno speranzoso post-it. Non appena ci sarà il nuovo titolare del ministero, Spirlì lo incontrerà per chiedere che sia definita una linea d’azione precisa e soprattutto nazionale sulla controversia tra dad e presenza in classe: “Una decisione di questo tipo deve essere governativa e non lasciata alle regioni. Se è il ministro a stabilire qualcosa, vedrete che non c’è ricorso che tenga”.
Isabella Marchiolo

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