*Fonte: Domani
«Denaro». E poi «l’utilizzo esclusivo per sé e per i propri familiari di tre autovetture, il pagamento di sanzioni per violazioni stradali e ricariche di multicard utilizzate per il rifornimento di carburante». Il presidente forzista della regione Calabria Roberto Occhiuto avrebbe tratto anche questi «benefici» dal conferimento di risorse economiche che il suo fedelissimo, Paolo Posteraro, realizzò nelle «comuni società». Le carte dell’inchiesta della procura di Catanzaro scoperchiano la rete di affari del governatore pronto a ricandidarsi nel 2026: nelle contestazioni mosse a lui, all’ex socio, a Ernesto Ferraro di Ferrovie della Calabria e agli altri due indagati non c’è solo la corruzione. Ma pure, a vario titolo, la truffa. E questo probabilmente a conferma che sotto la lente dei detective calabresi ci sono proprio le movimentazioni “sospette” svelate da Domani nel 2021: tra queste le garanzie del medio credito centrale prestate a una ex società dell’allora deputato in corsa alle regionali, la Fondazione patrimonio artistico retail, per ottenere prestiti bancari di oltre 350mila euro, sfruttando il decreto Covid. Di quella stessa società era socio ed è tuttora amministratore Posteraro, che oggi lavora a 90mila euro annui per Matilde Siracusano, compagna di Occhiuto e sottosegretaria del governo Meloni.
A dicembre 2024 Occhiuto decide di recedere dalla Parametro holding, la controllante della Fondazione patrimonio artistico retail. Così ottiene dal fedelissimo, precedentemente promosso a consulente di Ferrovie della Calabria nonostante il crac subito sotto la sua guida della società di trasporto pubblico locale, quella che è «la promessa di un rimborso (parzialmente erogato) di circa 135mila euro, sovradimensionato rispetto all’originaria stima di Posteraro che quantificava tutt’al più congrua la cifra di 80mila euro». Inoltre, si legge negli atti, «Occhiuto acquistava al prezzo di 50 euro un’autovettura modello Smart dalla Parametro Holding che l’aveva pagata 13.500 euro». Un acquisto, quest’ultimo, che in base alle intercettazioni, «sarebbe parte dell’accordo relativo al recesso di Occhiuto». Ancora: alla liquidazione in favore del presidente «sta provvedendo Posteraro col proprio patrimonio e attraverso suo padre Francesco». Occhiuto, inoltre, «sembra aver promesso a Posteraro un incarico in un ente riconducibile alla Regione Calabria, allo stato non ancora conferitogli». Negli atti si fa riferimento anche a una «mancata nomina a presidente del Parco dell’Aspromonte». E poi agli oltre 550mila euro «incassati» da Posteraro a fronte degli incarichi di cui è stato «destinatario da parte di pubblici ufficiali con i quali Occhiuto può vantare relazioni esistenti».
Qualche esempio: nel 2020, al tempo in cui Occhiuto è deputato, Posteraro ha una nomina nel gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi presidente della Camera. Nel 2023 e nel 2024 gli inquirenti annotano invece le nomine alla presidenza del consiglio a servizio di Siracusano. L’inchiesta dei pm che, dopo la richiesta di proroga d’indagine, sarebbe pronta ad allargarsi e a “moltiplicarsi” in nuovi filoni. Non solo la nomina, a febbraio 2022, di Ernesto Ferraro come amministratore unico di Ferrovie della Calabria. O quella di Posteraro, sempre a febbraio 2022, come consulente di Fdc che, qualche mese dopo, acquisterà dallo stesso Occhiuto a 4mila e 800 euro le quote societarie della loro azienda vitivinicola, Tenuta del Castello, che poi verrà ceduta a Renato Vito Bocca, l’imprenditore dagli appalti milionari, già socio fondatore della prima rete italiana nel settore Oil&Gas. I sospetti si concentrano anche su altro. Prima dell’ingresso, nel 2022, di Renato Vito Bocca nella Tenuta situata a Montegiordano, c’è Valentina Cavaliere, vecchia conoscenza di Roberto e Mario Occhiuto e già candidata al consiglio comunale di Cosenza nelle liste di centrodestra, a guidare l’azienda vitivinicola in qualità di “organo amministrativo”. Cavaliere – che ha avuto anche nomine nell’ex società ormai fallita di Posteraro e Ferraro, l’Amaco – ha finanziato la Tenuta in data 21 ottobre 2019 con 75mila euro. Un dato che questo giornale ha appreso in base a una scrittura privata sottoscritta da Cavaliere e dalla società.
Ora, posto che l’acquisto alla fine non si sarebbe perfezionato, a emergere è un ennesimo intreccio: il presidente della regione Calabria nel 2022 nomina Valentina Cavaliere membro del Collegio sindacale del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria. E, si legge nelle carte, «il 21 marzo 2023 è stata assunta dalla Regione Calabria come prestatrice di lavoro subordinato». Domani ha contattato la diretta interessata che, però, ha parlato di «indagini secretate» e non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione.
L’inchiesta, intanto, continua a ritmo serrato. Diversi atti, oltre che dalla sede catanzarese di Ferrovie della Calabria, sarebbero stati acquisiti anche dalla Cittadella regionale di Germaneto. Su cosa hanno trovato ci vorrà tempo per saperlo. Ma di certo l’agitazione nel centrodestra è alle stelle.