L’estate 2025 si annuncia come una delle più dispendiose degli ultimi anni. A sottolinearlo, Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Nazionale Unilavoro Pmi. L’estate è alle porte. Inizia il conto alla rovescia. Nonostante i rincari e le incertezze economiche, la scelta di partire e di trascorrere una vacanza fuori, rimane una priorità. Mare, montagna, e città d’arte le destinazioni più ambite. L’unica certezza è che gli aumenti influenzeranno le scelte. In vista delle vacanze estive, si legge infatti, le associazioni dei consumatori hanno lanciato l’allarme sul caro prezzi.
La villeggiatura è sempre più costosa. Per molte famiglie rappresenta un vero e proprio salasso. Addio dunque ai break lunghi. Per molti, le vacanze saranno brevi. La scelta del periodo sarà condizionata dai rincari, pertanto, sarà opportuno rinunciare al costosissimo mese principe delle ferie, ovvero agosto, e ripiegare sui mesi più abbordabili: giugno, luglio e settembre. Gli aumenti, sproporzionati, evidenzia Guzzi, vincoleranno il turismo. Non solo rincari nei trasporti e negli alloggi (alberghi, bed& breakfast e case vacanze), ma anche nella ristorazione, nei lidi, nei locali della movida. Il fenomeno interessa soprattutto le destinazioni italiane, da nord a sud, con alcune località che registrano aumenti a doppia cifra rispetto all’anno precedente. L’impatto di questi rincari si riflette ovviamente nelle scelte degli italiani. Secondo le ultime tendenze, molte famiglie opteranno per vacanze più corte, o si sposteranno solo nei fine settimana.
I più accorti sceglieranno destinazioni alternative, come la montagna o i borghi dell’’entroterra, dove i prezzi sono sicuramente più contenuti. Il peso economico vincolerà una parte importante della popolazione, che sarà costretta a rinunciare alle ferie estive. Tra trasporti, alloggi, ristorazione e stabilimenti, la vacanza estiva, conclude Guzzi, si trasformerà in un lusso inaccessibile