Dopo lo stop pandemico l’Italia continua a crescere fuori dai confini. A sottolinearlo, Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Nazionale Unilavoro Pmi, il quale “nel post pandemia sono stati circa 100mila i giovani italiani che hanno salutato il bel paese. Non è stato un fatto nuovo, né imprevedibile. In questi ultimi tredici anni infatti, dal 2011 al 2023, sono stati 550mila i giovani italiani emigrati all’estero. Un deflusso imponente che trova le sue motivazioni in diverse cause. I principali fattori di spinta, evidenzia l’imprenditore lametino sono tre, i fattori socio-politici, i fattori demografici, i fattori economici ed ambientali. La migrazione è spesso il risultato di problemi strutturali e di disuguaglianze socio-economiche che costringono a setacciare tutte le alternative possibili.
Nel 2022-2023 il flusso migratorio è stato incisivo: 100mila hanno lasciato il paese, e solo poco più di 37mila sono rientrati. Lo scorso anno, si legge ancora, sono espatriati 89.462 italiani, il 9,1% in più rispetto al 2022. A migrare, non solo i giovanissimi, ma anche gli over 65. Emerge tra altre cose, continua Guzzi, il fenomeno della propensione all’espatrio verso altri Paesi Europei dove vivono i nuovi italiani, che sono tutti gli immigrati che hanno acquisito la cittadinanza in Italia. Quali dunque le ragioni? Che cosa spinge i giovani ad emigrare? Perché l’estero? Le ragioni, come premesso, sono da ricercare in diversi fattori. Il mercato del lavoro continua ad essere poco attrattivo, gli stipendi sono bassi e sproporzionati rispetto alle proprie aspettative, e rispetto ai ruoli, tantissime sono inoltre le lacune strutturali, economiche e culturali. Un aspetto molto importante, che incide profondamente su queste scelte, è riscontrabile nelle opportunità di crescita professionale.
All’estero- prosegue Guzzi- la crescita è progressiva ed è dunque comune assistere a percorsi professionali non lineari, i noti avanzamenti di carriera. Molti sono infatti i giovani che, a distanza di poco tempo riescono a raggiungere importanti posizioni di leadership. Tutto questo nasce, conclude Guzzi da una fiducia maggiore nei confronti delle nuove generazioni e dalla presenza di un mercato sempre più ampio e più flessibile.