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sabato, 27 Aprile, 2024
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Schiaffi la figlia che posta foto osè a 12 anni, mamma assolta: “Non è reato, se serve a educare”

Schiaffeggiare la figlia “a fin di bene” non reato. E non ha rilevanza penale soprattutto se manca la denuncia di parte per lesioni. E’ questa in sintesi la motivazione che ha portato all’assoluzione di una donna finita sul banco degli imputati per qualche sberla data alla figlia dodicenne. La vicenda, riferita dal Corriere della Sera, risale a otto anni fa. A scatenare la punizione della genitrice sono state alcune foto troppo scoperte che la ragazza avrebbe postato sui social e inviate a un ragazzo più grande di lei.
I giudici della prima sezione collegiale, presieduti da Alfonso Sabella, hanno valutato che la madre avesse agito con la convinzione di voler educare e correggere la condotta della figlia. La ragazza ascoltata durante il processo, divenuta nel frattempo maggiorenne, aveva ridimensionato e giustificato il comportamento della mamma sostenendo che forse anche lei avrebbe fatto la stessa cosa nel “vedere una figlia” comportarsi come aveva fatto lei allora.

Insomma, la mamma avrebbe agito nell’esercizio di un diritto o nell’adempimento di un dovere. Come si legge nelle motivazioni della prima sezione collegiale del foro, “una volta sorpresa la figlia, la signora ha indubbiamente ritenuto di esercitare quel potere/dovere di educazione e correzione dei figli che deve essere riconosciuto in capo a ciascun genitore”. La stessa figlia, oggi maggiorenne, è stata ascoltata in tribunale, e ha riconosciuto che quel giorno la madre agì per tutelarla. “Forse vedere una figlia sbagliare in quelle condizioni… non lo so, mi metterei anch’io nei suoi panni”, ha dichiarato.
In fase processuale, la donna ha riferito che nel 2016 stava attraversando un momento difficile. Madre di tre figli, col marito andato via di casa e costretta a vivere con la madre, i rapporti con la figlia erano burrascosi. La scoperta di quei messaggi e quelle foto osè inviati a un ragazzo su Instagram l’avevano portata a compiere quell’atto violento.

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Per i giudici, in ogni caso, “l’episodio risulta penalmente irrilevante, anche perché manca una querela per lesioni o percosse”. “Gli schiaffi sono stati l’elemento scatenante la condotta aggressiva, violenta e prevaricatrice che ha caratterizzato la convivenza tra la madre, la figlia e la nonna materna”, si legge nelle motivazioni.
La stessa donna però era finita sotto processo e condannata per maltrattamenti in famiglia per avere in varie occasioni picchiato o avuto comportamenti violenti nei confronti non solo della figlia ma anche la madre anziana.

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