«Quasi fosse una fatalità ineluttabile – afferma in una nota per la stampa Tonino Russo, Segretario generale della Cisl calabrese – si ripropone in estate il problema della balneabilità delle acque lungo i circa 800 km di coste della nostra regione. In prossimità delle elezioni regionali, la Cisl rivolge ai candidati un appello forte perché assumano per la prossima legislatura un impegno politico chiaro su due fronti: quello degli investimenti e quello dei controlli.
Si può fare. Il degrado non è un destino inevitabile. È necessario che i candidati si impegnino a sedere ad uno stesso tavolo insieme a persone di competenza riconosciuta e ad ascoltarle, per poter predisporre e varare un piano di interventi che inverta la tendenza al degrado e migliori la qualità delle acque, creando al tempo stesso opportunità di lavoro. Un piano che in Calabria deve riguardare il mare, ma anche, aggiungiamo, la valorizzazione e l’incremento del patrimonio boschivo, un vero “polmone” per la nostra regione.
L’Italia – prosegue Russo – è sottoposta a numerose procedure europee di infrazione in materia ambientale (acqua, aria, energia, rifiuti: secondo dati Openpolis del febbraio scorso sono 25 a partire dal 2003), con messa in mora per mancata attuazione di direttive e condanne a sanzioni pecuniarie. In Calabria, circa un terzo dei Comuni è interessato dalle procedure di infrazione (peraltro la banca dati depurazione della Regione non è aggiornata). Il risultato è che i cittadini sono doppiamente penalizzati: pagano sia per servizi che non ricevono (inefficienti o insufficienti), sia per le multe dell’UE.
Le risorse per gli interventi in materia ambientale esistono e con il Next Generation EU saranno incrementate: devono essere utilizzate in maniera strategica e con lo sguardo rivolto in avanti. Il tema della tutela dell’ambiente – conclude il Segretario generale della Cisl calabrese – è fondamentale per il territorio, per la salute delle persone e per il turismo. Le scelte diranno da che parte starà la classe politica che governerà la Regione Calabria: se da quella delle politiche dell’Unione Europea sulla Green economy e degli obiettivi di sviluppo sostenibile del Programma ONU Agenda 2030, oppure se girerà lo sguardo altrove, nascondendo la testa sotto la sabbia e proponendo letture improbabili di fenomeni di degrado che sono sotto gli occhi di tutti».