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mercoledì, 15 Maggio, 2024
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Ripepi chiede commissariamento del settore preposto al monitoraggio

Nuovo duro attacco del consigliere di opposizione Massimo Ripepi contro l’amministrazione comunale reggina. Ripepi, che si conferma sentinella attentissima dell’operato della giunta Falcomatà, stavolta è sceso in campo con un’accusa pesante: il mancato controllo della situazione dei beni confiscati da parte del Comune di Reggio, e da molti anni. Per denunciare l’accaduto Ripepi ha convocato questa mattina una conferenza stampa a Palazzo San Giorgio con la presenza degli altri consiglieri di minoranza Guido Rulli, Nicola Malaspina, Federico Mila, Antonino Caridi, Giuseppe Biasi, Saverio Anghelone e Antonino Maiolino. “Sulla sciatta gestione comunale dei beni confiscati alla ‘ndrangheta – spiega Ripepi – insieme a tutti i consiglieri di minoranza, con un’unica voce, abbiamo denunciato gravi lacune gestionali e di controllo”.

Durante l’incontro il consigliere ha ripercorso la propria indagine, iniziata lo scorso febbraio, quando lo stesso, come presidente della commissione controllo e garanzia, aveva richiesto agli uffici preposti la documentazione sui beni confiscati a Reggio. Ma incredibilmente in nessuno dei settori interessati (patrimonio e servizi sociali) sembra esistere alcun archivio che identifichi i singoli beni con le loro caratteristiche e i documenti di affidamento. Successivamente e dopo pressanti richieste la risposta arrivata dal settore patrimonio forniva un mero elenco dei beni confiscati, circa un centinaio, demandando ad altri settori la competenza sui dati di monitoraggio. “Ma il regolamento dice altro ed è rigoroso – ha spiegato Ripepi – Per evitare infiltrazioni sui beni sottratti alla ‘ndrangheta si prevede un monitoraggio annuale dell’Ente ed anche che le associazioni affidatarie dei beni mandino ogni sei mesi relazioni dettagliate con il personale utilizzato, i contratti stipulati e le attività svolte, per poter dare agli organi preposti tutti gli strumenti per escludere la presenza di persone vicine alla ‘ndrangheta”.

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Non solo. Il fatto più grave è la mancanza di informazioni sullo stesso numero dei beni confiscati nel comune di Reggio. Ripepi dichiara infatti di aver saputo da Nancy Iachino, ex delegata comunale nello scorso mandato, che i beni sarebbero 300. Per tali ragioni Massimo Ripepi ha chiesto al prefetto Mariani il commissariamento del settore comunale preposto ai beni confiscati finchè tutto non sarà chiarito. “Con umiltà ma decisi – conclude – continueremo a vegliare per mettere luce sulle ombre dell’amministrazione Falcomatà, la più scarsa e sciatta della storia di Reggio Calabria”.

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