‘Rinascita-Scott’, oggi ascoltati i pentiti lametini Giuseppe e Domenico Giampà

Lamezia Terme – Al processo “Rinascita-Scott” che si sta celebrando nell’aula bunker di Lamezia Terme, oggi hanno deposto anche i collaboratori di giustizia Giuseppe e Domenico Giampà, il primo ex padrino del clan (pentito da settembre 2012) e figlio del capo storico Francesco Giampà “il professore”, e il secondo ex spietato killer della cosca pentito da luglio 2016 confessando anche di aver eseguito materialmente numerosi omicidi qualcuno anche nel Vibonese.
I rapporti del clan Giampà
L’ex padrino in particolare ha parlato dei rapporti che il clan Giampà di Lamezia aveva con le altre cosche, in particolare con i Bellocco di Rosarno, con i Mancuso, con le cosche crotoneni Grande Aracri e Megna, con i Cracolici. Ha riferito anche della cosca “nuova provincia” creata da Nicolino Grande Aracri. Ha riferito anche di aver rifiutato l’appoggio ai Cracolici per una vendetta per non mettersi contro Andrea Mantella, cognato di Pasquale Giampà ucciso a Lamezia nel 2001.

Scambio di favori
Domenico Giampà ha riferito dell’omicidio di Mario Franzoni commesso nella frazione Portosalvo di Vibo nel 2002 dopo che ne aveva parlato con Andrea Mantella per conto del quale sarebbe stato commesso l’omicidio per uno scambio di favori. Ha confermato le amicizie con Pantaleone Mancuso alias “Scarpuni” ma anche con i Nicoscia e Grande Aracri. Domenico Giampà ha risposto anche alle domande relative a una bomba esplosa davanti al punto vendita di Lamezia dell’abbigliamento grandi firme degli Artusa di Vibo. Ha riferito che della questione si interessò il boss Luigi Mancuso che gli fece recapitare un messaggio per cui gli Artusa non dovevano essere più toccati.
Il processo riprenderà lunedì prossimo con l’attesa escussione del pentito Gaspare Spatuzza ex esponente di Cosa Nostra.
(p.r.)