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giovedì, 18 Aprile, 2024
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Respinto l’odg del consigliere-pastore, l’assemblea è “fortemente a favore della legge”

Massimo Ripepi sconfitto sul ddl Zan rimedia una sonora bastonatura con l’approvazione di una proposta del centrosinistra che senza mezzi termini schiera il consiglio “fortemente a favore della legge”.

Due correnti opposte sui diritti sociali si sono espresse oggi nel consiglio comunale di Reggio. Da una parte l’annunciato odg di Ripepi contro il ddl Zan (bocciato dall’assemblea), dall’altra la mozione sul bilancio di genere proposta da Angela Martino e approvata dalla maggioranza (pure con il voto degli esponenti di minoranza Saverio Pazzano e Filomena Iatì, ma l’astensione del centrodestra).

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Una bella notizia, la seconda. L’amministrazione reggina ha infatti aperto la strada all’adozione di uno strumento già in uso in molti comuni italiani con l’obiettivo di contrastare le discriminazioni sessiste. Si tratta di una rilettura dei bilanci pianificando e le risorse in base al principio di pari opportunità per tutti ed in tutti gli ambiti della società. La mozione nasce da un complesso lavoro di analisi e Martino ha sottolineato il contributo delle assessore Giuggi Palmenta e Irene Calabrò, della consigliera metropolitana di parità Paola Carbone e del dirigente Paolo Consiglio – oltre a ringraziare il presidente della commissione bilancio Armando Neri per la disponibilità a dedicare sei sedute all’argomento.

Si partirà con una revisione dei documenti di rendicontazione. «Ogni voce di bilancio – ha dichiarato Angela Martino – non è neutra rispetto all’impatto che ha su ciascuno di noi. Abbiamo perso milioni di posti lavoro ed il 90% del dato riguarda donne. Bisogna fare un passo in avanti in termini di innovazione dei nostri documenti di bilancio».

Chi non ha votato lo avrà fatto per un’idiosincrasia al termine “genere”? Il timore che il cambiamento incida sulle spese è sfatato dalla stessa Martino: «L’adozione del bilancio di genere non ha mai rappresentato un aumento sulle spese, ma efficienta la spesa stessa. Al pari del piano di zona per il welfare o del bilancio sociale, questa è una vicenda politica non di parte, piuttosto può essere accolta all’unanimità perché riguarderà la struttura del bilancio e le scelte che siamo chiamati a fare come consiglieri comunali».

Ma il momento più caldo e politicamente forte dell’assemblea comunale è stato la proposta del consigliere Ripepi per una presa di posizione sul ddl Zan con l’espressione ufficiale di un parere negativo, proposta nettamente respinta. Della legge che istituirà specifici reati di omotransfobia il comune si è occupato con una serie di audizioni di associazioni (favorevoli e non al ddl) in commissione pari opportunità. Ripepi chiedeva però un allineamento preciso sui scudi contro la legge. Lo slogan del suo intervento, diffuso con clamore sui social da ieri, è la citazione biblica “più Gesù Cristo, meno Mammona”, esibita anche in consiglio su una maglietta. Mancano soltanto le fiamme della Geenna per i sostenitori di Zan, insomma. Le argomentazioni di Ripepi sono quelle note del fronte anti-Zan, che contestano il pericolo per la libertà di opinione e si oppongono all’istituzione di una giornata contro l’omotransfobia e alle attività di promozione di una cultura rispettosa dell’identità gender nelle scuole.

Dell’argomento si è discusso con ben tre votazioni in chiusura di un lunghissimo consiglio occupato da varie e complesse determinazioni amministrative, tanto che Ripepi aveva chiesto di mettere in testa il punto o rinviarlo. «Non mi sembra – ha commentato il consigliere – un tema da affrontare dopo ore e tutti stremati, ma noto che ormai siamo al declino totale della politica». L’interminabile disamina di Ripepi sul testo del ddl Zan è interrotta quando l’oratore si infervora nel suo ruolo di pastore della comunità cristiana Pace, uscendo fuori tema nel citare la vicenda delle accuse ricevute da una donna vittima di violenza. Additando come simili a «farisei» i colleghi e lanciando anatemi («dovete provarlo quello che successo a me, sbattuto sui giornali, e alla mia comunità di professionisti e seguaci di Cristo discriminati e offesi»), a Ripepi viene tolta la parola dal presidente dell’assemblea.

Odg di senso contrario è stato presentato dall’ex assessore Giuseppe Marino per il centrosinistra: sì al ddl Zan ritenendo «importante riformare il nostro ordinamento per rafforzare la tutela della persona con l’estensione dei delitti contro l’eguaglianza anche alle condotte discriminatorie fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità». Nel documento del centrosinistra si rilancia anche l’attività dell’Osservatorio comunale per le Pari Opportunità e contro ogni forma di discriminazione.

Va invece dritto al bersaglio con la consueta passione politica Saverio Pazzano, che ribatte però con una risoluzione (atto quindi rivolto all’esterno, a differenza di quelli di Marino e Ripepi, odg interni) a sostegno totale della legge. Ma il voto alla sua iniziativa è disastroso, così come è totale debacle per Massimo Ripepi con 17 no e 4 sì. Unica proposta ad essere approvata è l’odg di Marino con 18 voti favorevoli. Ha vinto Mammona, avrà pensato amaramente “papà” Ripepi.

Isabella Marchiolo

 

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