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domenica, 12 Maggio, 2024
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Regionali, De Magistris non esclude la candidatura in Calabria “è la mia seconda terra”

“Mi crea inquietudine e gioia la mia eventuale candidatura in Calabria. Ne abbiamo discusso anche a Napoli. Ricordo che mia moglie è calabrese. A me piacciono le cose impegnative e non scontate, rivoluzionarie, adesso non c’è nulla di concreto ma io continuerò a fare politica come mi piace, e qualsiasi ragionamento anche in Calabria deve essere fatto con credibilità e coerenza. Mi affascina. Ci penserò perché è una terra che amo”. Sono parole pronunciate da Luigi De Magistris, attuale sindaco di Napoli, nel suo intervento all’iniziativa sulla legalità organizzata in videoconferenza dal gruppo ‘Confronti a 5 stelle per il Sud’ e dal ‘Movimento La Strada’.
“Dopo Napoli la Calabria è la mia seconda terra- ha aggiunto. Se c’è la volontà di mettere in atto un passaggio rivoluzionario, questo merita la massima e attenzione e, per quanto mi riguarda, per quello che posso fare darò sicuramente il mio contributo da uomo di giustizia”.
L’ex pm definisce la Calabria “una terra straordinaria”, che “mi ha anche profondamente ferito”, ribadisce riferendosi a quanto accaduto nella sua carriera di magistrato. Ma “in me prevale sempre il sentimento dell’amore” aggiunge subito. “Non faccio più il magistrato in Calabria per colpa della legalità formale. Non sono stato fatto fuori dalla ‘ndrangheta con la coppola e la lupara, cioè quella dei canoni tradizionali, che conoscete come me e meglio di me”, ha spiegato de Magistris.
La Calabria “è e resta nel mio cuore”, afferma anche de Magistris. Una regione che, “come Napoli avrebbe bisogno di donne e uomini che lottano affinché la giustizia e la legalità comincino ad andare insieme”. Non si ferma qui, il sindaco di Napoli, il cui mandato scade a maggio prossimo, sottolineando che la Calabria “è una terra che ha bisogno di un grande processo di emancipazione e di non affidarsi a qualcuno che venga calato dall’alto, ma di emanciparsi con le proprie forze, creando le giuste connessioni”. A tal proposito racconta anche quello che è accaduto a lui nel 2011.
“A Napoli quando decisi di candidarmi non ci credeva nessuno – rimarca – e invece prima della pandemia, siamo riusciti a far diventare Napoli la città con la maggiore crescita culturale, senza soldi, con un debito enorme, senza governi amici, regionali e nazionali”. In un parallelo ideale con il capoluogo campano, de Magistris si dice certo che la Calabria abbia in sè “queste risorse. Bisogna spezzare quel legame tra mafia, politica e istituzioni – prosegue – e stare molto attenti, perché all’interno degli apparati di potere della Calabria il sistema delle massomafie nella legalita’ formale intrisa di compromesso è fortissimo”. Si rivolge quindi ai calabresi: “vi vogliono tenere al guinzaglio – dice – quel guinzaglio va rotto con un’operazione rivoluzionaria, che non significa però sbandamento o incapacità. Rottura del sistema significa affidarsi a una nuova classe dirigente, che abbia la capacità di governo e che sappia dove mettere le mani”. Il termine rivoluzione fa subito venire in mente quella ‘rivoluzione arancione’ che contraddistinse la sua elezione.
“Il segreto principale è affidarsi a un processo democratico che viene dal basso – aggiunge – affidandosi a persone libere che non hanno prezzo. Mettere insieme reti civiche, associazioni, movimenti”. Nessuna “esportazione di modelli”, chiarisce, ma “c’è una testimonianza da cui partire, c’è una città che ce l’ha fatta e così ce la può fare anche la Calabria. Si può realizzare un modello di partecipazione dal basso, di democrazia partecipativa e trovare persone che una volta elette siano in grado di non cedere al compromesso morale. La Calabria può diventare grande laboratorio”.

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