Domenica 5 e lunedì 6 ottobre si terranno le elezioni regionali in Calabria per eleggere il nuovo presidente della regione e i membri del consiglio regionale. Si tratta della terza tornata di elezioni regionali del 2025, dopo quelle nelle Marche, dove è stato confermato il presidente uscente Francesco Acquaroli sostenuto dal centrodestra, e quelle in Valle d’Aosta, vinte dall’Union Valdôtaine. In Calabria si vota con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura, fissata al 2026. Il 31 luglio scorso, infatti, il presidente uscente Roberto Occhiuto (Forza Italia) ha annunciato le dimissioni a seguito di alcune indagini per corruzione che lo riguardano.
I candidati alla presidenza
I candidati alla presidenza della Regione Calabria sono tre. Per il centrodestra corre il presidente uscente Occhiuto, sostenuto da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi Moderati. Vicesegretario di Forza Italia, Occhiuto è stato deputato dal 2008 al 2021, anno in cui è stato eletto per la prima volta alla guida della Calabria. Alla sua candidatura hanno aderito anche l’Unione di Centro, Sud Chiama Nord di Cateno De Luca e due liste civiche (“Forza Azzurri” e “Occhiuto Presidente”). Dopo le dimissioni anticipate, Occhiuto ha annunciato in pochi giorni la sua ricandidatura. È indagato dalla procura di Catanzaro in un’inchiesta che riguarda quattro società riconducibili a Paolo Posteraro, capo della segreteria della sottosegretaria Matilde Siracusano, compagna di Occhiuto. «Non ci faremo fermare. Mi dimetto e mi ricandido. Questa volta il futuro della Calabria lo decidono solo i calabresi», ha dichiarato lo scorso 31 luglio in un videomessaggio sui social. Nel suo programma elettorale Occhiuto rivendica i risultati della sua amministrazione e propone di proseguire lungo la stessa strada, sottolineando i progressi ottenuti nel far contare di più la regione a livello istituzionale e ribadendo la necessità di investire in innovazione, turismo, cultura e infrastrutture.
Il centrosinistra, insieme al Movimento 5 Stelle, ha candidato Pasquale Tridico, ex presidente dell’INPS e oggi parlamentare europeo del partito di Giuseppe Conte. La sua candidatura è sostenuta dal Partito Democratico, dal Movimento 5 Stelle, da Alleanza Verdi-Sinistra, da Italia Viva e da due liste civiche (“Democratici e Progressisti” e “Tridico Presidente”). L’unico partito di opposizione a non appoggiare Tridico è Azione: il leader del partito, Carlo Calenda, ha escluso qualsiasi sostegno a candidati di centrosinistra legati in qualche modo al Movimento 5 Stelle. Italia Viva ha invece scelto di sostenere Tridico, nonostante in passato Matteo Renzi e altri dirigenti del partito lo avessero criticato per la gestione dell’INPS, e lo stesso Tridico avesse escluso possibili alleanze con Renzi. Il programma di Tridico chiede un cambiamento radicale. La sua campagna si è concentrata soprattutto sulla lotta alla povertà, ricordando che la Calabria è tra le regioni più povere d’Europa, e rilanciando l’idea di un “reddito di dignità” regionale, ispirato al reddito di cittadinanza introdotto dal primo governo Conte nel 2019 e abolito dal governo Meloni.
Il terzo candidato è Francesco Toscano, presidente di Democrazia Sovrana Popolare, partito fondato insieme a Marco Rizzo. Toscano propone di interrompere il commissariamento della sanità calabrese, la messa in sicurezza della rete stradale e ferroviaria, la riqualificazione degli alloggi popolari e un piano straordinario per l’edilizia scolastica.
Com’è andata in passato
Nel 2014 le elezioni erano state vinte dal centrosinistra con Mario Oliverio, che aveva ottenuto oltre il 61 per cento dei voti. Nel 2010 era stato eletto con il centrodestra Giuseppe Scopelliti, mentre nel 2005 aveva prevalso di nuovo il centrosinistra con Agazio Loiero. Nel 2000 era toccato a Giuseppe Chiaravalloti, eletto con il centrodestra, e nel 1995 a Giuseppe Nisticò, sempre con il centrodestra.
Per quanto riguarda l’affluenza, alle ultime tre elezioni ha votato sempre circa il 44 per cento degli aventi diritto, un dato in netto calo rispetto al 59 per cento registrato nel 2010 e al 64 per cento del 2005. Nel 1995 l’affluenza era stata invece del 69 per cento circa.