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sabato, 27 Aprile, 2024
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Reggio, malato psichiatrico senza assistenza, la denuncia della coop “Libero Nocera”

A Reggio un giovane malato psichiatrico vive in condizioni di abbandono perché la sua famiglia è emarginata e non esistono per lui centri residenziali di assistenza nella provincia. Lanciando l’allarme sulla storia di Antonio, Gaetano Nucera, presidente della cooperativa sociale “Libero Nocera”, in una lunga lettera sfoga la propria amarezza per l’impasse dovuta alla mancata interlocuzione con la Regione, che da anni tarda ad accreditare nel servizio sanitario nazionale il centro diurno Aurora e la comunità psichiatrica Vallone Petrara, strutture istituite dalla cooperativa per accogliere e curare in  pazienti – pur avendo entrambe i requisiti minimi richiesti. Continuando a parlare di Antonio, Nucera racconta: “Vista la gravità della situazione, ho fatto richiesta di poter ricoverare il ragazzo presso la nostra residenza psichiatrica di Vallone Petrara, dove c’è l’immediata disponibilità ad accoglierlo, facendo presente che non avremmo rivendicato alcun compenso dall’Asp per tutto il periodo del suo ricovero, ma l’interlocutore dell’Asp mi faceva presente che il ricovero, anche se fosse avvenuto in forma gratuita, non poteva essere approvato”.
Tanti malati e le loro famiglie sono abbandonati a se stessi fino alla tragedia annunciata perché le strutture pubbliche non accettano più ricoveri da anni, mentre le cooperative, pur mettendosi in regola per svolgere questo servizio, non vengono riconosciute per inerzia burocratica. Scrive Nucera: “Ci confrontiamo con i paradossi dei paradossi: le residenze psichiatriche dirette da medici e infermieri del sistema sanitario pubblico, da cinque anni a questa parte non possono più ospitare nuova utenza perché le stesse non sono accreditate al servizio sanitario nazionale, questa alchimia burocratica è davvero incomprensibile. La Commissione Straordinaria Prefettizia che attualmente amministra l’Asp Provinciale di Reggio Calabria, mentre da un lato determinava e invitava le Cooperative sociali che gestiscono le Comunità Psichiatriche ad avviare l’iter istituzionale per l’accreditamento regionale entro e non oltre il 2019, dall’altro inspiegabilmente continua a bloccare l’iter che in breve tempo avrebbe dovuto portare all’accreditamento della Comunità Psichiatrica Vallone Petrara, residenza a cui sono stati riconosciuti da una commissione apposita i requisiti per essere accreditata. Lo stesso atteggiamento, d’altra parte, si manifesta verso il nostro centro diurno riabilitativo psichiatrico Armonia. Abbiamo avanzato più volte richiesta di interlocuzione alla Commissione prefettizia, mai però è stata espressa disponibilità all’ascolto e al confronto. Ci appare davvero incredibile che si insista da quasi dieci anni sulla necessità di acquisire la certificazione dei livelli di funzionalità delle strutture psichiatriche e poi, quando questi elementi sono stati raggiunti da parte di qualche ente gestore, si ignori il risultato, perseverando così il blocco dei ricoveri oramai da 5 anni e favorendo l’emigrazione dei malati psichiatrici verso altre provincie e regioni e provocando nel contempo un grave danno economico alle casse della sanità locale e al legame relazionale tra l’ammalato e la famiglia“.
Ma ora c’è il caso urgente di Antonio, ex utente del centro diurno Armonia. Una segnalazione agghiacciante è giunta proprio oggi a Nucera: il giovane, che ha problemi psichici, è stato avvistato per strada in stato di confusione, scalzo e con la barba lunga. La sua storia è durissima: la madre è anche lei malata psichiatrica e non se ne può occupare, così la sorella ha chiesto molti anni fa che il ragazzo fosse ospitato in una struttura, ma l’Asp reggina non accetta ricoveri da cinque anni:  Antonio è adesso in lista d’attesa per entrare in una struttura sanitaria dipendente all’Asp di Cosenza, ma chissà quando potrà essere accolto. Nucera non può fare a meno di ricordare una vicenda di cronaca del 2008, che fece scalpore: un padre disperato aveva ucciso il figlio psicotico perché non era in grado di assisterlo ed era stato lasciato solo dalle istituzioni.
Commenta Gaetano Nucera: “E’ evidente il totale disinteresse degli enti preposti verso la condizione di sofferenza dei giovani soggetti di nuova cronicità schizofrenica e delle loro famiglie, costretti a uscire dal nostro territorio cittadino e talora anche regionale per essere curati. Ci saremmo aspettati anche qui un’attenzione particolare, giustificata peraltro dalla pressoché totale mancanza nel nostro territorio di strutture psichiatriche semiresidenziali. Tutti sordi”. La storia di Antonio è emblematica e si teme un epilogo drammatico: “Occorre sollecitare una mobilitazione delle coscienze civiche per gridare forte e chiaro che non vogliamo che altre tragedie accadano, che non vogliamo che un altro padre uccida il proprio figlio, che vogliamo che Antonio venga ricoverato d’urgenza in una residenza di Reggio Calabria e che possa continuare ad avere vicino i propri familiari. Vogliamo, inoltre, chiedere con forza l’avvio di un’interlocuzione ai responsabili della sanità calabrese perché si diano risposte immediate e chiare alle esigenze di piena attuazione dei principi che regolano la funzionalità delle strutture residenziali e semiresidenziali della psichiatria territoriale di Reggio Calabria e chiudere con questa situazione di stallo”.

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