(Adnkronos) – La Struttura dipartimentale di Immunologia oculare dell'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia può contare su una nuova apparecchiatura biomedica donata da Assist Group, realtà attiva nel marketing e nell'innovazione tecnologica con profonde radici nel territorio emiliano. Il nuovo strumento, un sistema Spectralis Oct2 Compact con modulo angiotomografia (Octa) – informa una nota – rappresenta un significativo avanzamento tecnologico nella diagnosi tempestiva e nel follow-up delle uveiti, patologie infiammatorie dell'occhio che, se non trattate precocemente, possono compromettere gravemente la vista dei pazienti. La donazione permetterà di offrire, nella struttura diretta da Luca Cimino, cure ancora più puntuali ed efficaci, migliorando concretamente la qualità dell'assistenza offerta a chi ne ha più bisogno. "Siamo orgogliosi di poter mettere l'innovazione al servizio della salute pubblica – afferma Gianni Prandi, fondatore di Assist Group – Crediamo infatti in un'idea di imprenditoria umanistica che mette le persone al centro di ogni sua iniziativa. Con questo spirito, siamo orgogliosi di fornire il nostro contributo alla comunità, sostenendo chi è più fragile e chi ogni giorno, nella sanità pubblica, lavora con passione e competenza per prendersi cura degli altri". La struttura emiliana ha a disposizione un posto letto per la degenza ordinaria e uno per la degenza in Day Hospital. Nel ringraziare Prandi e il gruppo per la donazione, il direttore generale dell'Ausl Irccs di Reggio Emilia, Davide Fornaciari, evidenzia che "la tecnologia assicurerà un contributo sostanziale alla velocità e all'accuratezza delle diagnosi e sosterrà fortemente le cure per moltissimi pazienti. La generosità del nostro tessuto imprenditoriale e sociale – continua – ci incoraggia a proseguire il percorso intrapreso per una sanità pubblica di eccellenza che sappia raccogliere le importanti sfide che ci attendono in tema di innovazione delle cure". L'uveite è una malattia infiammatoria oculare di cui risulta difficile stimare l'incidenza, che frequentemente è spia di altre patologie, quali infezioni o malattie reumatiche. Colpisce in particolare gli adulti dai 20 ai 50 anni, in piena età lavorativa. Nonostante sia considerata una malattia rara, può causare cecità nel 10-15% dei casi. All'Ambulatorio di Immunologia oculare del Santa Maria Nuova afferiscono 4-5 nuovi casi ogni giorno, nella maggioranza dei casi provenienti dalla Regione Emilia Romagna (57%), ma con un'alta attrattività anche dalle altre regioni, poiché il centro uveiti di Reggio Emilia rappresenta un riferimento a livello nazionale. Queste patologie possono essere associate a malattie sistemiche, che non risparmiano neanche i bambini – come nei casi di artrite idiopatica giovanile – oppure a infezioni, come herpes, sifilide, tubercolosi e citomegalovirus. Queste ultime sono le uveiti per cui è possibile risalire alla causa grazie al prelievo di fluidi oculari e alla ricerca di agenti patogeni. Esistono, inoltre, patologie che assomigliano molto alla uveite, come i linfomi oculari, nei quali la diagnosi è fondamentale non solo per salvare la vista, ma per la sopravvivenza del paziente. L'Oct (Tomografia a coerenza ottica) è una tecnica di imaging non invasiva fondamentale nella gestione delle uveiti, poiché permette una valutazione dettagliata delle strutture retiniche e lo studio accurato del nervo ottico. Serve a visualizzare e quantificare la presenza di edema maculare o del disco ottico, una delle complicanze più comuni dell'uveite. Consente, inoltre, di monitorare la risposta al trattamento farmacologico, valutando le modificazioni anatomiche della retina e del nervo ottico durante la terapia con corticosteroidi, immunosoppressori o farmaci biologici. L'esame è di grande utilità anche nei pazienti pediatrici o non collaboranti perché permette di ottenere immagini ad alta risoluzione della retina e del nervo ottico in modo rapido, non invasivo e senza contatto diretto con l'occhio. —[email protected] (Web Info)
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