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giovedì, 18 Aprile, 2024
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Reggio Calabria, Falcomatà: “La città si è protetta e noi l’abbiamo difesa in ogni modo”

Reggio Calabria – Il sogno di Giuseppe Falcomatà continua. Il sindaco di Reggio Calabria stravince al ballottaggio contro il candidato del centrodestra Antonino Minicuci e conquista il secondo mandato nella città dello Stretto. Accolto da un bagno di folla, il primo cittadino bis ci prova a far mantenere le distanze con la gente che lo applaude fuori dal comitato elettorale: mascherina sul volto, si fa vedere soltanto dopo aver preteso che tutti fossero lontani dalla porta d’ingresso. Ma la gioia è straripante e così quel famoso metro diventa difficile da misurare tra i reggini che gridano, cantano “Bella ciao”, saltano e si abbandonano all’emozione. Sei anni di lavoro segnati da una eredità «infernale», dice Falcomatà, e un voto avvelenato da attacchi e polemiche, il cui esito, dopo il 24 settembre, non era affatto scontato.

Il grande nemico, per chi ha scelto di riconfermare il figlio dell’indimenticato Italo, era la Lega, ed è giusto che le parole di ringraziamento del sindaco siano liberatorie di una lunga tensione: «Questa è una vittoria di Reggio e dei reggini, di tutti, anche di chi non ci ha votato. La città si è protetta e noi abbiamo provato a difenderla in ogni modo». Solo adesso, forte di un consenso indiscutibile (58,36% delle preferenze, 21% in più del primo turno), il sindaco può dire a gran voce, ma col sorriso del fair play: «Salvini, passa pa’ casa!» La replica degli elettori è immediata: “Chi non salta leghista è”. Risposta da curva, sud ovviamente.
Continua Falcomatà: «Abbiamo sentito tanta fiducia e tanto affetto, ma anche una forte voglia di cambiamento nella continuità. Ed è questo quello che vogliamo fare già da domani. Oggi ci sono le condizioni per costruire un futuro radioso tutti insieme e io chiamerò a raccolta tutti voi. La città deve ritornare ad essere unita». Mentre la gente festeggia in strada nonostante la pioggia, salta il tappo di una bottiglia, e sono ancora applausi, abbracci tra il sindaco bagnato dallo spumante e la moglie Giovanna, lacrime come quelle degli assessori Irene Calabrò e Anna Nucera, che non riescono a trattenere la commozione.

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Nel quartier generale di Antonino Minicuci, facce serie e presenze sparute. In conferenza stampa, il supertecnico melitese non spreca parole: «Abbiamo perso, la città ha scelto la continuità e io faccio i rallegramenti al vincitore, sperando però che il secondo tempo sia migliore del primo, perché la città lo merita». L’analisi a caldo è un mea culpa: «Certamente sono io a non essere riuscito a presentare bene il mio programma, il tempo a disposizione per farmi conoscere è stato poco e per questo ho molta amarezza. Sono una persona seria e mi sarei impegnato per Reggio, ma non ho avuto il tempo di farlo capire». Alla domanda se rimarrà in città (vive e lavora a Genova) per fare opposizione, Minicuci risponde che «inizialmente sì, poi dovrò parlarne con la mia famiglia e decidere cosa fare, visto che qui avrebbe soltanto la carica di consigliere».
Il ballottaggio ha registrato un’affluenza alle urne del 51,8%, meno 14 punti rispetto al primo turno. Falcomatà ha prevalso con il 58,36% sull’avversario, fermatosi al 41,64%. Proprio in rapporto al numero dei votanti, si svela la portata della vittoria di Falcomatà: nella prima tornata elettorale era stato votato dal 37,17% degli elettori (35.109 persone), dunque guadagna il 21,2%, quasi diecimila voti in più; Minicuci invece era stato votato dal 33,69% (31.820 suffragi) e al ballottaggio acquista circa l’8% di preferenze, ma in termini numerici perde (è passato dai 31.820 votanti del primo turno ai 31.428 nelle urne di ieri).
Il leitmotiv di questa vittoria è “Reggio non si Lega” e lo stesso Minicuci, nonostante le querelle dei sostenitori che avevano cavillato sulla sua non appartenenza formale al partito di Salvini (poiché è stato subito chiaro come l’investitura della Lega fosse sgradita ai reggini), ha ringraziato quest’ultimo per averlo voluto. Parlando di Falcomatà, non mancano riferimenti a «una situazione clientelare dove ex assessori sono diventati consiglieri con migliaia di voti». In queste ore, però, Reggio vive ancora la sua seconda luna di miele con il sindaco a cui ha scelto di affidare ancora la città. Tutto il lavoro da fare inizia domani e – Falcomatà lo sa bene ed è già pronto – sarà meno idilliaco.

Isabella Marchiolo

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