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venerdì, 3 Maggio, 2024
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Protesta degli agricoltori, Guzzi (Unilavoro): “voce e merito a chi difende il Made in Italy e il cibo sano”

Prima la Germania e la Francia, poi l’Italia e, adesso, anche la Spagna e la Grecia sono in balia della protesta dei trattori che, marciano, risonanti, in segno di una battaglia ardua e dignitosa. Una protesta che dilaga in tutta Europa con un unico comune denominatore: l’opposizione alle politiche del Green Deal, vista come eccessivamente severa nei confronti del mondo agricolo, ma le ragioni della rabbia degli agricoltori hanno sfumature diverse per ogni Paese dell’Unione. Nel nostro Paese – evidenzia Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Nazionale Unilavoro Pmi – la rivolta si basa su due pilastri principali: un livello di retribuzione giudicato inadeguato e il ricollocamento dei sussidi.

Tra le altre istanze, gli agricoltori chiedono una maggiore tutela del Made in Italy, e si oppongono all’aumento del prezzo del gasolio. I motivi della protesta degli agricoltori europei, che variano da Paese a Paese – sottolinea Guzzi – sono accomunati dalla sfiducia nelle istituzioni, dalla rabbia per le difficoltà economiche, dall’introduzione di regolamenti di difficile attuazione. Nel mirino, si legge, oltre alla tassazione del carburante, il ritardo nei pagamenti dei sussidi Ue, e soprattutto, la concorrenza delle importazioni di prodotti a basso costo, che danneggiano il made in Italy. Gli agricoltori lamentano anche la crescente burocrazia e la complessità delle procedure amministrative imposte dalle politiche europee e sottolineano la necessità di semplificare il sistema e ridurre l’onere amministrativo.

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Infine, chiedono un maggiore sostegno finanziario e incentivi per adottare pratiche agricole sostenibili, con una transazione più graduale. Tutte queste richieste, che sono assolutamente legittime, vengono reclamate durante i cortei che stanno percorrendo tutte le strade regionali, italiane ed europee. Nelle piazze gli agricoltori, oltre ai motivi già citati, contestano le farine d’insetti, la carne coltivata e i cibi industriali. Merito alle loro battaglie, nella speranza – conclude Guzzi – che venga disinnescato questo conflitto e individuato un dialogo costruttivo.

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