Nicola Gratteri ha la “maggiore e più spiccata idoneità allo scopo…, il più idoneo a dare rinnovato slancio alla Direzione nazionale antimafia. Si tratta di uno dei magistrati più esposti al rischio”. Sono le parole dell’ex pm Nino Di Matteo a favore del procuratore di Catanzaro nel corso della riunione del plenum del Consiglio superiore della magistratura che oggi gli ha preferito alla guida della procura nazionale l’attuale procuratore di Napoli Giovanni Melillo.
“Sono state acquisiste – ha aggiunto di Matteo – notizie circostanziate di possibili attentati nei suoi confronti poiché in ambienti mafiosi ne percepiscono l’azione come un ostacolo e un pericolo concreto. In questa situazione una scelta eventualmente diversa suonerebbe inevitabilmente come una bocciatura del dottor Gratteri e non verrebbe compresa da quella parte di opinione pubblica ancora sensibile al tema della lotta alla mafia e agli occhi dei mafiosi risulterebbe come una presa di distanza istituzionale da un magistrato così esposto”.
“Dobbiamo avvertire la responsabilità”, ha avvertito Di Matteo, “di non cadere negli errori che in passato, troppe volte, hanno tragicamente marchiato le scelte del Csm in tema di lotta alla mafia e che in certi casi hanno creato quelle condizioni di isolamento istituzionale che hanno costituito il terreno più fertile per omicidi e stragi”. Il riferimento ovvio è al voto con cui, nel 1988, lo stesso plenum preferì Antonino Meli a Giovanni Falcone per succedere ad Antonino Meli il posto di consigliere istruttore della Procura di Palermo.
Il consigliere Sebastiano Ardita ha ribadito il concetto: “È come se la storia non ci avesse insegnato nulla. La tradizione del Csm è di essere organo abituato a deludere le aspirazioni professionali dei magistrati particolarmente esposti nel contrasto alla criminalità organizzata, finendo per contribuire indirettamente al loro isolamento. L’esclusione di Gratteri sarebbe non solo la bocciatura del suo impegno antimafia, ma un segnale devastante a tutto l’apparato istituzionale e al movimento culturale antimafia”, ha detto nel proprio intervento a sostegno della nomina di Gratt