Il Tribunale di Vibo Valentia (presidente Brigida Cavasino, a latere Claudia Caputo e Germana Radice) è da ieri in camera di consiglio per stabilire la sentenza del maxi-processo “Rinascita-Scott” dall’omonima operazione antimafia condotta dalla DDA di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, portata a termine il 19 dicembre del 2019.. L’operazione consentì di disarticolare le organizzazioni di ‘ndrangheta del Vibonese facenti capo alla cosca Mancuso. La sentenza sarà emessa entro il prossimo 6 novembre.
Nel corso del processo la pubblica accusa ha chiesto la condanna di 322 dei 338 imputati. In particolare, i pubblici ministeri Antonio De Bernardo, Annamaria Frustaci, Andrea Mancuso e Andrea Buzzelli, che hanno rappresentato l’accusa insieme al procuratore Nicola Gratteri, hanno chiesto condanne per 4.744 anni di reclusione. Chieste anche 13 assoluzioni e tre nullità del decreto che dispone il giudizio. La richiesta di condanna più alta, 30 anni, é stata fatta per 16 imputati, e la più bassa per tre.
Agli imputati vengono contestati, complessivamente, oltre 400 capi d’accusa, che vanno dall’associazione mafiosa e dal concorso esterno in associazione mafiosa all’estorsione, al traffico di droga, all’abuso d’ufficio, all’usura, al riciclaggio, alla ricettazione, alla detenzione illegale di armi ed esplosivo, al traffico di influenze illecite, al trasferimento fraudolento di valori ed alla rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio.