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lunedì, 2 Dicembre, 2024
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Ponte sullo Stretto, il noto geologo Mario Tozzi risponde ai luoghi comuni di quanti sono favorevoli all’opera

“Nel ringraziare ogni singolo contributo alla discussione sul ponte, ho rilevato una minoritaria presenza di luoghi comuni che mi piacerebbe smontare. Così non ci si torna sopra”. E’ quanto scrive sui social Mario Tozzi noto geologo, divulgatore scientifico, saggista, autore e conduttore televisivo italiano.
Ponte insostenibile 1.
Cominciamo dai primi 3, la politica.
1) Chi si oppone al ponte lo fa per ideologia.
No, lo fa perché ci tiene che la situazione paesaggistica, ambientale e culturale dello stretto non sia sfregiata per sempre. Perché conosce il valore degli ecosistemi e sa che contribuiscono in maniera fondamentale al benessere dei sapiens. L’ideologia non c’entra, c’entra l’ecologia.
2) Chi si oppone al ponte è di sinistra.
Non è condizione necessaria né sufficiente, basta avere a cuore il futuro dei sapiens, la natura e il paesaggio. I partiti non c’entrano: la mia prima opposizione al ponte è del 1996, quando governava Prodi e quel governo voleva il ponte.
3) Chi si oppone al ponte si oppone al progresso e allo sviluppo.
A parte che non credo il progresso si misuri in cemento e asfalto, non è più tempo che le infrastrutture guidino lo sviluppo, lo devono assecondare, semmai. Un esempio: il nordest italiano è un grande motore economico, pure se non è così infrastrutturato. Invece la zona di Corigliano Calabro, pur avendo goduto di un nuovo grande porto, non si è sviluppata così tanto: l’infrastruttura non ha portato alcuna differenza.

Il Ponte insostenibile 2
Altre ricorrenti obiezioni.
4) Ma i ponti altrove li fanno.
Sì, ma solo dove servono, non risulta sia in costruzione un ponte sullo stretto di Gibilterra per unire Africa e Europa e nemmeno uno sulle Bocche di Bonifacio.
5) E allora il Golden Gate? Cosa abbia a che vedere lo sconfinato spazio nordamericano con quello dello stretto non si comprende. Peraltro il Golden Gate perde qualche milione di dollari all’anno, nonostante il pedaggio. Quando è stato costruito, poi, il risanamento antisismico della baia di Oakland era già avanzato e il resto delle infrastrutture sostanzialmente in ordine. Prima la sicurezza.
6) E allora il ponte giapponese in area sismica? Costruito dopo 30 anni dal progetto, il ponte di Akashi fu risistemato dopo il terremoto del 1995, che non era stato previsto di quella Magnitudo. Il pilone meridionale si spostò di 120 cm. La ferrovia, inizialmente prevista, non fu mai realizzata. Non proprio un ottimo paragone.

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

Il Ponte insostenibile 3.
Altre ricorrenti pseudo-obiezioni.
7) il ponte serve ai pendolari.
No, dei circa 5000 pendolari, oggi l’80% non prende l’auto e ci mette 25′. Domani ci metterebbe un’ora per prendere l’auto, uscire da Rc o Me, pagare pedaggio, attraversare, rientrare in Me o Rc, parcheggiare.
8) il ponte serve alle merci.
No, una cassetta d’arance da Palermo a Genova conviene spedirla con la nave, considerando che 1 hp marino sposta 4000 kg di merce e uno su gomma 150.
9) serve ai turisti:
Solo un insano di mente può andare in auto da Francoforte a Catania. E se vuole può imbarcare l’auto a Genova o a Napoli, si riposa e inquina meno.
10) Sarà un’attrazione turistica: se qualcuno viene in Sicilia per il ponte e non per Piazza Armerina, Palermo, Catania, Etna, Alcantara, Nebrodi, Segesta, Selinunte, Taormina, Eolie, Egadi va ricoverato d’urgenza in tso.

Il Ponte insostenibile 4
I tempi cambiano, i luoghi comuni restano.
11) Chi si oppone al ponte è razzista perché al sud non si fa mai niente.
Io mi oppongo a tutte le opere inutili, comprese bretelle, pedemontane e altre amenità, dovunque siano.
12) Basta con i no.
Lo dico anche io, basta con quelli sbagliati: lo scolmatore del Bisagno a Genova bisogna realizzarlo subito, così come gli impianti di trattamento biologico dei rifiuti. Che c’entra col ponte non si capisce.
13) gli italiani sono grandi costruttori di ponti.
Vero, però negli ultimi 10 anni ne sono crollati una dozzina.
14) i romani costruivano ponti, gli egiziani le piramidi, i francesi la tour Eiffel.
Ne prendiamo atto, ma erano altri tempi e le considerazioni ambientali di là da venire. Oggi l’Italia divora 2 mq/sec di territorio, una cifra spaventosa. Ci sarà un limite alla nostra espansione, o pensiamo di poter vivere senza ambienti naturali?.

Il Ponte insostenibile 5
Il Ponte non danneggia ambiente e paesaggio. Vediamo.
Circa 500.000 m3 di cemento, 8 mln di m3 di roccia da allocare, con l’apertura di cave e discariche per rifiuti speciali, 166.000 tonnellate di acciaio e cemento.
Stravolgimento dell’orografia, prosciugamento delle falde e dei laghi di Ganzirri, il tutto peggiorato dalla siccità attuale. Il tutto in zone di protezione speciale e siti di importanza comunitaria che saranno sviliti e stravolti.
In cambio, a 1/10 della spesa risistemiamo imbarchi e adottiamo traghetti sostenibili. Ripristiniamo lo stato migliore dello stretto, non soffochiamolo con acciaio e cemento per sempre.
Seguiamo la Costituzione, articolo 41 integrato:
(…) L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.

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