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sabato, 20 Aprile, 2024
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Ponte sullo Stretto, Anac boccia decreto e lancia allarme: Maggior parte rischi a danno dello Stato

‘Rileviamo uno squilibrio nel rapporto tra il concedente pubblico e la parte privata, a danno del pubblico, sul quale finisce per essere trasferita la maggior parte dei rischi”. Così il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, presentando al Parlamento la relazione annuale sull’attività svolta dall’Autorità nel 2022 parlando del ponte sullo Stretto di Messina. “Con riferimento al recente decreto-legge, sulla base di un progetto elaborato oltre dieci anni fa, è stato riavviato l’iter di realizzazione del ponte tra Sicilia e Calabria. Sono stati, al riguardo, proposti alcuni interventi emendativi volti a rafforzare le garanzie della parte pubblica, non accolti, tuttavia, dal Governo in sede di conversione del decreto”, ha sottolineato.

Appalti
”Il Codice ha notevolmente rafforzato il ruolo di Anac, sia nell’attività di vigilanza, che in quella collaborativa, oltre che nelle funzioni precontenziose, ponendola, poi, al centro del fondamentale processo di digitalizzazione dei contratti pubblici. Nei contratti pubblici non basta fare presto, ma occorre anche fare bene, valorizzando la buona progettazione e ricercando la qualità. Non conta, dunque, solo il quando, ma anche il come e con chi, senza mai cadere nella pericolosa scorciatoia di contrapporre efficienza e legalità. Si tratta di un equilibrio non solo possibile, ma anche doveroso, per realizzare l’interesse pubblico. La deroga non può diventare regola, senza smarrire il suo significato e senza aprire a rischi ulteriori”, ha detto ancora Busia.

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”Nel tempo in cui, grazie all’impiego delle piattaforme di approvvigionamento digitale e all’uso di procedure automatizzate, è possibile ottenere rilevantissime semplificazioni e notevoli risparmi di tempo, accrescendo anche trasparenza e concorrenza, sorprende che per velocizzare le procedure si ricorra a scorciatoie certamente meno efficienti, e foriere di rischi – dice – Tra queste, l’innalzamento delle soglie per gli affidamenti diretti, specie per servizi e forniture, o l’eliminazione di avvisi e bandi per i lavori fino a cinque milioni di euro. Esiste una buona semplificazione, ed è questa che tutti insieme dobbiamo cercare”.
(Adnkronos)

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