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mercoledì, 24 Aprile, 2024
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Pizza coronavirus: è bufera sulla Tv francese. Canal+ si scusa e Napoli valuta azioni legali

“Canal+ si scusa con i nostri amici italiani per la trasmissione di una breve sequenza di pessimo gusto, soprattutto nel contesto attuale, facendo un riferimento caricaturale all’Italia in un programma satirico”, ha affermato un portavoce del gruppo televisivo francese, specificando che “questa sequenza è già stata rimossa da tutte le repliche e riproduzioni del canale”. Sul video della ‘pizza corona’ “Canal+ invierà oggi pomeriggio una lettera di scuse all’Ambasciatore italiano a Parigi”, ha aggiunto il portavoce.
Intanto ecco la risposta iatliana: «No alla pizza coronavirus». Appena sfornata nella storica pizzeria napoletana “Sorbillo”. Sullo strato bianco di mozzarella, c’è la scritta verde, al basilico. «Questa pizza la dedico ad alcuni francesi che si sono permessi di fare dell’ironia sulla pizza italiana approfittando del coronavirus. Stupidi. Venite ad imparare i segreti della nostra pizza che tanto ci invidiate così come tante tante altre cose…. Anzi, è’ inutile che venite perché non siete neanche all’altezza di imparare….», dice il pizzaiolo.
Nello spot di “Groland Le Zapoi” gli autori della storica trasmissione satirica francese di Canal Plus avevano scherzato sulla diffusione del coronavirus in Italia: nello sketch un pizzaiolo tossisce e sputa mentre prepara una pizza, che diventa una “Pizza Corona”. Il video satirico ha scatenato una valanga di polemiche. Tantissime le reazioni politiche, ma non solo. Si schierano contro i francesi i pubblicitari italiani e stranieri che esprimono «stupore e imbarazzo».
A Napoli si valutano azioni legali. Flavia Sorrentino, delegata del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e responsabile dello Sportello ‘Difendi la città’ commenta: «La pizza, che simboleggia la tradizione e la cultura popolare napoletana, non può essere oggetto di rappresentazioni offensive ed irresponsabili che hanno l’unico effetto di indebolire l’economia territoriale e sporcare l’immagine di un prodotto di eccellenza in cui si identifica la cultura culinaria dell’Italia nel mondo». Ecco perché l’avvocatura comunale sta valutando eventuali azioni legali.
«Una pugnalata alle spalle per colpire il Made in Italy agroalimentare che ha raggiunto il valore record delle esportazioni di 5 miliardi in Francia, che è il secondo mercato di sbocco dopo la Germania», aggiunge la Coldiretti.

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