Nel 37% delle province italiane il numero dei pensionati supera quello degli occupati. A Reggio Calabria i lavoratori attivi sono 67 ogni 100 pensionati, a Messina il rapporto è 72 ogni 100, a Foggia 88, a Napoli 96. Quasi tutte le principali città del Sud sono sotto la parità, con alcune eccezioni: a Bari ci sono 102 occupati ogni 100 pensionati, a Matera 105, a Barletta 111. Tra le città del Nord Genova e Torino superano di poco la soglia della parità. A Roma e a Milano ogni 100 pensionati ci sono 133 occupati. Il dato migliore è quello di Bolzano, dove ci sono 162 lavoratori attivi ogni 100 pensionati. A fotografare la situazione è il Sole 24 ore. (Dall’indagine emerge che in Calabria ci sono 67 lavoratori attivi ogni 100 pensionati, ma è un pò tutto il Sud a soffrire. Male Catanzaro e Reggio Calabria ultime in classifica, ndr).
Superata la parità in 39 province
Nel complesso le province in cui i pensionati superano gli occupati sono 39. Oltre a quelle già citate le province in cui le pensioni sono più della forza lavoro sono: Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, Lecce, Cosenza, Caltanissetta, Oristano, L’Aquila, Taranto, Terni, Nuoro, Isernia, Benevento, Palermo, Campobasso, Agrigento, Potenza, Trapani, Biella, Enna, Ancona, Rieti, Catania, Perugia, Ferrara, Siracusa, Imperia, Ascoli Piceno, Vercelli, Rovigo, Avellino, Asti, Salerno, Savona e Chieti. Il fragile equilibrio su cui si è retto finora il sistema pensionistico italiano a queste condizioni sembra destinato a saltare. A fronte di un continuo invecchiamento della popolazione, la crescita dell’occupazione, che pure a marzo ha raggiunto livelli record che non si vedevano dal 2004, non basta per garantire quel riequilibrio indispensabile per la tenuta del sistema.
La fuga dei giovani dal Sud
Sul record negativo del Sud pesa soprattutto il fatto che moltissimi giovani se ne vanno, oltre al tasso di disoccupazione più alto rispetto al resto del Paese. Secondo un’analisi dell’Istat di gennaio sulle criticità del Mezzogiorno, nel 2020 Sud e Isole hanno perso ben 42 giovani residenti (25-34 anni) ogni 100 movimenti anagrafici nei flussi interni extra-regionali (+ 22 nel Centro-Nord) e 56 su 100 in quelli esteri (49 nel Centro-Nord). Il fenomeno è più accentuato nelle province con bassa occupazione e nelle cosiddette aree interne.
Pensioni anticipate e tenuta del sistema
A pesare sul fragile equilibrio del sistema previdenziale italiano sono anche i prepensionamenti. Secondo i dati del decimo Rapporto annuale del Centro Studi Itinerari Previdenziali, guidato da Alberto Brambilla, presentati a gennaio, nel 2021 il rapporto tra lavoratori attivi e pensionati è leggermente migliorato: nel complesso ci sono 22,8 milioni di occupati per 16,1 milioni di pensionati. Tuttavia la stabilità del sistema rischia di essere minata «dalle troppe eccezioni alla riforma Monti-Fornero». Secondo il rapporto per garantire la tenuta del sistema sarebbe necessario ridurre, già nel 2023, le numerose forme di anticipo pensionistico a favore di una revisione duratura del sistema.
(Fonte: corriere.it)