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mercoledì, 27 Marzo, 2024
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Perrone (Cisl Reggio Calabria): Ponte Stretto è occasione da non perdere”

Il Ponte sullo Stretto “è un’occasione storica da non perdere”. E’ l’opinione di Rosy Perrone, segretaria generale della Cisl di Reggio Calabria. “Un’occasione irripetibile – spiega – per valorizzare il cuore del Mediterraneo come motore di ripartenza di un Paese e di un’Europa, il cui estremo Sud ha l’estremo bisogno di grandi opere. Il Ponte sullo Stretto è un’opportunità da cogliere al volo e la cui realizzazione, oggi più che mai, sembra poter giungere a compimento. Non si perda altro tempo dunque, e si utilizzi un progetto cantierabile per dar via ai lavori nel più breve tempo possibile, evitando le discussioni effimere, spesso campanilistiche rispetto ad idee e posizioni politiche multiformi”.

Secondo Perrone, “non si tratta solo di un’opera strategica e logistica che unisce due regioni, o esclusivamente di indotto che si muove in funzione di un grande progetto; ma si tratta di invertire una tendenza secondo la quale Calabria e Sicilia vengono considerate periferia d’Europa. Piuttosto, ci troveremo dinanzi ad una svolta storica, dal punto di vista infrastrutturale ed intermodale, e perché no, turistica”. Il Ponte, dice la sindacalista, “biglietto da visita in grado di generare attrattività e nuove economie grazie a poderosi investimenti che per forza di cose arriverebbero in Calabria e in Sicilia; rappresenta l’opportunità storica di creare una comunità dello Stretto, dentro un percorso culturale aggregativo che generi un’identità solida, perché è irrinunciabile un approccio culturale che superi dietrologie e strumentalizzazioni.

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Il dibattito negli ultimi anni – fa rilevare – non ha fatto altro che appesantire valutazioni oggettive e processi di fattibilità di un’opera che potrebbe cambiare il volto del tessuto economico, sociale ed occupazionale, complessivamente. Vale a dire che è indispensabile e forse scontato, lavorare ad una grande opera, avendo considerato l’imprescindibile funzionalità delle strutture e dei collegamenti di supporto. Da strade, autostrade, linee ferroviarie e arterie relative all’accessibilità infrastrutturale”.

Chi si ostina, per ideologia, a sostenere tesi negazioniste sulle priorità del Sud e di grandi opere come quella del Ponte sullo Stretto, dovrebbe avere ben in mente – continua – le potenzialità occupazionali e le ricadute su generazioni intere. Nell’immediato e nel lungo periodo. Perché le grandi opere dopo essere fatte, vanno gestite e manutenzionate. E’ questa la vera sfida alla quale puntare, è questo – conclude – uno degli obiettivi strategici che deve porsi il Governo Draghi, se davvero vuole affidare alle grandi opere una speranza di ripartenza”.

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