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venerdì, 19 Aprile, 2024
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Per la morte di Stefania e dei suoi bimbi rinviati a giudizio i cinque indagati: omicidio stradale

Dovranno comparire davanti il Tribunale penale di Lamezia Terme il prossimo 14 febbraio per rispondere del reato di omicidio stradale. Si tratta di Antonio Condello, 51 anni di Curinga, Floriano Siniscalco, 51 anni di Girifalco, Francesco Paone, 61 anni di Lamezia Terme, Giovanni Antonio Lento, 61 anni di Lamezia Terme e Cesarino Pascuzzo, 63 anni di Lamezia Terme. Sono un imprenditore agricolo, un dirigente e tre dipendenti della Provincia di Catanzaro.

A processo, al termine della camera di consiglio, li ha mandati il Giudice per l’udienza preliminare Francesco De Pino. Le ipotesi di accusa fanno riferimento alla tragica morte, avvenuta il 4 ottobre 2018, di Stefania Signore (30 anni) e dei suoi due bambini Christian (7) e Nicolò (2 anni).

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La tragedia si è consumata la sera del 4 ottobre 2018, verso le 20:15, Stefania è a bordo della sua Alfa Mito in compagnia dei suoi due figlioletti, Nicolò di due anni e Christian di sette anni, sta percorrendo la strada provinciale 113 dirigendosi da San Pietro a Maida verso San Pietro Lametino. Tornano a casa dopo aver trascorso il pomeriggio dai nonni perché la mamma lavora al call center, è buio, la pioggia è battente e la strada comincia ad allagarsi. Ad un certo punto, nei pressi del chilometro cinque, Stefania perde il controllo dell’auto e sbanda fermando la sua corsa di traverso rispetto alla carreggiata e con parte sinistra della Mito esposta al deflusso dell’acqua. L’auto è di traverso e la donna nota che l’acqua sta entrando nell’abitacolo, è spaventata, il buio e la pioggia la disorientano. Istintivamente cerca di mettere al sicuro i suoi due bimbi abbandonando il veicolo e uscendo dalla portiera sul lato del passeggero. Appena si allontanano di qualche metro, il forte flusso d’acqua travolge tutto violentemente e l’auto, Stefania e i due piccoli si perdono tra il fango e i detriti. I corpi di mamma e figlio maggiore vengono ritrovati esanimi di lì a poco, mentre il corpicino del piccolo Nicolò viene rinvenuto solo il 12 ottobre, coperto di fango, a cinquecento metri di distanza dal luogo dell’incidente.

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