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venerdì, 19 Aprile, 2024
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Operazione Isola orobica, Carabinieri sequestrano 4 villette a Cutro

(NDL) Propaggini anche in Calabria dell’operazione Isola orobica portata a termine dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bergamo che stamane hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Brescia, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.

 

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13 persone, legate al sodalizio ‘ndranghetistico Arena di Isola Capo Rizzuto (Crotone) sono accusate a vario titolo di estorsione, usura, detenzione illegale di armi da fuoco, riciclaggio ed autoriciclaggio di denaro e bancarotta fraudolenta.

Il procedimento in questione, che aveva già visto l’esecuzione di 4 fermi di indiziato di delitto e di decine di perquisizioni lo scorso 10 febbraio, ha permesso di accertare l’esistenza di un gruppo di soggetti, alcuni originari della provincia di Bergamo, altri di quella di Crotone, che avevano messo in piedi un sistema di estorsioni nell’ambito del campo dei trasporti di merce oltre a realizzare un meccanismo di false acquisizioni societarie, fallimenti fraudolenti, fornitura di prestiti a tasso usuraio e reimpiego di capitali illeciti.

I SEQUESTRI

In Calabria l’operazione ha visto l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo di 4 villette situate sul lungomare di Cutro (KR).

I carabinieri hanno infatti accertato che uno degli indagati aveva acquistato gli immobili in questione, già di proprietà di un esponente di spicco della cosca “Grande Aracri”, detenuto in carcere, utilizzando proventi illeciti derivanti dalla produzione di false fatture per operazioni inesistenti, il tutto al fine di  ostacolare le indagini a carico di quest’ultimo ed occultarne la provenienza delittuosa.

L’indagato in questione, oltre a farsi carico dell’acquisto degli immobili, negli ultimi anni provvedeva anche al mantenimento economico e materiale della famiglia del detenuto, in particolar modo della moglie, utilizzando, anche in questo caso, proventi di natura illecita.

Per questa vicenda, dunque, i due soggetti in questione e la donna, sono stati destinatari, a vario titolo, di misure cautelari, in carcere e ai domiciliari, per il reato di riciclaggio, autoriciclaggio ed intestazione fittizia di beni.

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